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Guerra per droga ed estorsioni, 2 morti e 4 feriti; cantante neo-melodico ricorda vittima

Le controversie per il controllo delle piazze di spaccio a Catania, dove i pusher hanno 13 e 15 anni e offrono i “pippotti”, dosi di cocaina, a chi percorre il loro marciapiedi sia nel centro storico che nei quartieri periferici, registrano due morti ammazzati, Luciano D’Alessandro, di 48 anni, e Vincenzo Scalia, di 29, e […]

Pubblicato 4 anni fa

Le
controversie per il controllo delle piazze di spaccio a Catania, dove i pusher
hanno 13 e 15 anni e offrono i “pippotti”, dosi di cocaina, a chi
percorre il loro marciapiedi sia nel centro storico che nei quartieri
periferici, registrano due morti ammazzati, Luciano D’Alessandro, di 48 anni, e
Vincenzo Scalia, di 29, e quattro feriti Carmelo Catania, 26 anni; Concetto
Bertucci, 29 anni; Luciano Guzzardi, 66 anni e Riccardo Pedicone, 40 anni. (due
già dimessi dall’ospedale), in via Grimaldi a Librino.

Ma non
solo droga. Anche controllo del territorio, imposizione del pizzo ed estorsioni
a tappeto, ricovero ed assistenza ai latitanti.

Ieri si
è scatenato l’inferno davanti al civico 18 con alcuni abitanti dei palazzi che
si affacciano sulla strada terrorizzati: colpi di pistola davanti ai bambini,
dicono alcuni testimoni, sangue, urla di dolore, poi i morti e i feriti
accasciati a terra, le sirene dei carabinieri e delle ambulanze.

E il
bilancio potrebbe essere più pesante perché lontano dal luogo della sparatoria
sono state trovate sull’asfalto strisce di sangue segno che qualcuno è scappato
ma è rimasto ferito.

Le indagini
puntano alla criminalità organizzata che gestisce il ricco affare della droga e
delle estorsioni.

Gli
inquirenti esaminano anche il fascicolo che riguarda Salvatore Monaco, 24 anni,
che il 7 agosto si è’ presentato nel Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi
con una ferita di pistola al polpaccio. Monaco è fratello di un esponente del
clan mafioso Cappello, coinvolto anche nell’operazione antimafia Camaleonte del
giugno scorso, e che nella cella del carcere dove è recluso è stato trovato con
un telefonino. Naturalmente il ferito non ha dato alcuna indicazione agli
investigatori. Mostra il proprio dolore Niko Pandetta, cantante neo melodico
nipote dello storico capomafia boss Turi Cappello, che ha giò fatto parlare di
sè dicendo cose non proprio carine su Falcone e Borsellino: sul proprio profilo
Fb ha dedicato un post a Vincenzo Scalia, detto “Enzo negativa”, forse suo
parente, pubblicando una loro foto insieme.

“Riposa in pace vita mia – ha
scritto Pandetta – non mi poteva arrivare
notizia più brutta. Ancora non ci credo angelo. Per mio fratello Enzo riposa in
pace Mi dicevi sempre ‘quando mi scrivi una canzone’? Non volevo farlo per la
tua morte. Adesso sarai il mio angelo custode per tutta la vita, ti amo
fratellino”
.

Le
indagini sul massacro di Librino sono seguite dal sostituto procuratore della
Dda Alessandro Sorrentino e coordinate dall’aggiunto Ignazio Fonzo, che dirige
il pool di magistrati che si occupa di diversi clan, compresi i gruppi Cappello
e Bonaccorsi che gestiscono diverse ‘piazze di spaccio’ a Catania.

E questo segmento di
mercato criminale potrebbe essere la pista per fare

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