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I verbali del pentito “Scarface”: Gioacchino Amico, il Gratta&Vinci e la clinica nell’agrigentino

Nel secondo verbale – datato 30 settembre 2025 – il pentito Cerbo continua a parlare del canicattinese Gioacchino Amico. Ecco cosa ha dichiarato

Pubblicato 3 ore fa

William Cerbo, 43 anni, di Catania, si è pentito. Lo “Scarface” catanese, già condannato per associazione mafiosa nell’omonima operazione, è ritenuto uno dei vertici della mafia a tre teste. Esponente del clan Mazzei, i “carcagnusi”, negli anni si è specializzato in truffe e bancarotte. Non è un uomo d’onore nel senso stretto del termina ma un “colletto bianco” al servizio del clan catanese. Cerbo ha deciso di collaborare con la giustizia ed è già stato messo sotto protezione. Sei i verbali – tra settembre e ottobre – che ha già reso ai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane confermando l’esistenza del sistema mafioso lombardo. Un’inchiesta che parla tanto agrigentino e che vede tra gli imputati (146 quelli sui quali pende la richiesta di rinvio a giudizio) anche Gioacchino Amico, 41 anni, di Canicattì.

Per la Procura di Milano, guidata dall’agrigentino Marcello Viola, il canicattinese ha percorso con successo molteplici tragitti non tutti nel senso indicato dalla legalità. Dalle truffe in provincia di Agrigento per ottenere prestiti (fu arrestato nel 2010 nell’operazione Cash della Squadra mobile) ad un ruolo di primo piano nel clan camorristico Senese, la famiglia riconducibile al figlio di “Michele o pazz”. Almeno è questa l’ipotesi avanzata dagli inquirenti che hanno indagato su di lui per oltre due anni. Il nuovo collaboratore Cerbo parla molto di Amico nei sei verbali appena depositati. Su Amico c’è anche il sospetto di un caso di “lupara bianca” legato alla sparizione di Gaetano Cantarella, scomparso misteriosamente il 3 febbraio 2020. Per gli inquirenti milanesi nell’omicidio ci sarebbe un “diretto e pregnante coinvolgimento di Gioacchino Amico e Raimondo Orlando” (anche se il Gip del Tribunale di Milano non ha condiviso qusta chiave di lettura). Ma partiamo dall’inizio. Chi è Gaetano Cantarella? Detto “Tano u curtu”, arrestato e poi assolto in una operazione antimafia sul clan dei “carcagnusi” di Catania, è il cugino della moglie del boss Santo Mazzei. Alla base del delitto, secondo la procura, ci sarebbero stati dissidi di natura economica tra Cantarella e Amico. Quest’ultimo, insieme ad Orlando, è una delle ultime persone ad aver visto in vita “Tano u curtu”. Gli inquirenti avevano cominciato da poco a monitorare i suoi spostamenti. L’1 febbraio 2020 Cantarella tornava a Catania e, il giorno dopo, si accordava per incontrarsi con Amico a Canicattì. Così avviene il 3 febbraio. Il gps installato sulla Fiat Panda di Tano u curtu traccia il suo percorso da Catania a Canicattì dove arriva intorno alle 11 del mattino. Da quel momento in poi non si avranno mai più sue notizie. Nel secondo verbale – datato 30 settembre 2025 – il pentito Cerbo ricostruisce parzialmente questa vicenda. Ecco cosa ha dichiarato.

PM: “A noi risulta che lei abbia partecipato a quello che per noi è un summit del 3 giugno 2020. Lei ammette di aver partecipato a quella riunione? Vorremmo che ci raccontasse la genesi di questo incontro, i partecipi, la motivazione e cosa ne ha conseguito.
Cerbo: “Allora, questo incontro dobbiamo partire almeno dalla scomparsa di Cantarella, quindi siamo intorno al febbraio 2020. Scompare Cantarella, verso il 6-7 febbraio, vengo notiziato dell’evento da Vestiti. Vengo convocato presso la Starline da Vestiti e lì c’erano Santo Crea e Sorrentino Antonio. Il tema..
PM: “Quanto tempo dopo l’omicidio? Dalla scomparsa.”
Cerbo: “Un tre o quattro giorni dopo. Quindi io apprendo della scomparsa di Cantarella quel giorno da Vestiti in particolare modo.. quando..
PM: “Alla presenza di?”
Cerbo: “Sorrentino Antonio, Vestiti Giancarlo, Crea Santo. E apprendo da Vestiti che dice tuo zio, perche loro sapevano che era un mio parente, tuo zio non si sta trovando, che è successo? Dice è sceso giù a Catania. Ho detto: “Realmente non sapevo neanche che era a Catania. Dice: “È tre, quattro giorno che lo stanno cercando, insomma è scomparso. La mia prima risposta di input è stata che secondo me Amico Gioacchino e Castiglia Giuseppe potevano saperne qualcosa, in quanto erano tutto il giorno insieme tutti e tre, da anni. Quindi il primo riferimento che mi viene, ma questi sicuramente sapranno qualcosa”.
PM: “E lo esterna questo riferimento?”
Cerbo: “Alla presenza di tutti e tre. Vestiti tentenna su Castiglia e un attimino dice: “Su Amico posso anche darti Ragiona, infatti stiamo valutando un pò la situazione ma su Castiglia assolutamente no perchè è una persona seria quindi non..” e comunque sia il discorso si è chiuso il.. quindi siamo intorno..”
PM: “Crea Santo dice qualcosa?”
Cerbo: “No no.. mi ricordo che appoggiava il discorso di Castiglia, nel senso sicuramente che non c’entrava lui come che lo difendevano.”
PM: “E come vi siete lasciati da questo incontro? Decidete qualcosa, si decide di fare qualcosa?”
Cerbo: “No no.. come una cosa che non è si è capito che cosa è successo. Contemporaneamente la famiglia Cantarella, quindi si intende la Demontis che è la moglie e il figlio Alfio, sono a Catania in quei giorni che loro sono scesi per la festa di Sant’Agata, che da noi la festa anche se sei in Australia torni a Catania. Quindi in quei giorni Cantarella, la famiglia erano giù. Chiaramente non tornando più il marito si attiva una sorta di ricerca e a capire cosa fosse successo. Se non ricordo male giù c’era pure Amico e Castiglia, che partecipano anche loro alla ricerca di Gaetano. C’è chi né dà una versione c’è chi ne dà un’altra. Io poi scendo un pò di giorni verso metà febbraio e vengo notiziato da Cristian Marletta.
PM: “Quindi quello che sta riferendo lei glielo ha raccontato Marletta?”
Cerbo: “Esatto. Questa fase io poi l’apprendo successivamente. In buona sostanza, una volta che i familiari di Cantarella capiscono che il pare non si trova, lamentano pure e c’è qui una intercettazione.”

PM: “Continuando, lei scende e viene notiziato da Marletta”
Cerbo: “Si, dopo qualche giorno, quindi metà febbraio, scendo a Catania perchè era epoca del covid quindi non si scendeva con tanta facilità. Scendo a Catania e com sempre mi vedo con Cristian, e appunto tutti i familiari erano scossi da questa situazione. In buona sostanza si apprende che secondo le prime fonti, secondo l’orientamento, quindi non è prova, si vociferava, inizialmente i dubbi vergevano su Gioacchino Amico e Raimondo..”
PM: “Dubbi intende sospetti? Che fosse l’autore dell’omicidio, della scomparsa?”
Cerbo: “Che in tutti i casi fosse coinvolto in questa scomparsa. Perchè? Perchè poi mi spiegano, questo me lo spiega Vestiti, che.. in buona sostanza avevano vinto un Gratta&Vinci Amico e Cantarella. Con questo Gratta&Vinci, o con dei soldi che avevano in banca loro, non so la provenienza insomma, quindi o del Gratta e vinci o dei loro illeciti finanziari..”
PM: “Di che importo?
Cerbo: “500 mila euro. Avevano deciso sia Amico che Cantarella di acquistare una clinica o qualcosa di simile nelle zone dell’agrigentino tramite Orlando Raimondo che del settore, e proprio in quei giorni c’era l’appuntamento credo per redimere l’atto o avviarsi a conclusioni. Quindi, in buona sostanza, quello che fa riflettere, fa pensare su Amico è che era stato accompagnato da lui all’appuntamento perchè poi diceva che prima di andare a Canicattì, da questo notaio o dall’avvocato, non mi ricordo cos’era, c’è stata una sosta. Come che Cantarella ha incontrato dice “fermati, prima dobbiamo passare in questo punto”. Da questo punto Cantarella fa andare Amico nel senso che “no, no, mi devo sbrigare una cosa con un carissimo amico mio.” Quindi la persona che poi è andata con Catanarella era amico di Cantarella.
PM: “Questo ovviamente è un racconto che le ha riferito Amico?”
Cerbo: “Amico a Cristian. Cristian me lo ha riferito a me. Quindi in buona sostanza si apprende che l’ultima volta Cantarella è andato via con una persona conoscente. Quando Amico.. poi non so se lo dice per tranquillizzare i Mazzei, che in quel periodo erano molto turbati per questa cosa e ce l’avevano con lui, non so se lo dice per questo, come che lui diceva “vengo anche io”, “no, non ti preoccupare”. Che Tano era un tipo molto spavaldo, irruente, tipo che non aveva mai paura di niente. “No, no, tranquillo, tranquillo” e non è tornato più. In quei giorni De Montis Valentina gli dice alla nonna Rosa, la nonna Rosa è la moglie di Santo Mazzei, che sono cugini loro. Loro sono in ottimi rapporti con la famiglia, specialmente con nonna Rosa, con Simona, Simona è la figlia di Santo Mazzei, ed Enza Grasso è la moglie di Nuccio Mazzei. La Demontis sta lamentando, mi raccontò Cristian, che oltre a questa paura di aver perso Gaetano Cantarella, e non si sa dove viene la cosa, quindi aveva paura a risalire specialmente il figlio Alfio, gli fa un cenno sui discorsi economici. Dice: “Ora li su mi diranno niente”. Perchè dice Gaetano aveva delle cose, degli interessi economici con Giancarlo Vestiti, che tra l’altro Giancarlo conosceva la Demontis. Di questa cosa i Mazzei chiaramente lo raccontano a Cristian. Perchè? Perchè Cristian è quello un attimo più vicino anche a Giancarlo, cioè si conoscono. Cristian quindi manda un’ambasciata, tramite Alfio Cantarella, il figlio di Tano, manda un’ambasciata da riferire a Vestiti. È la famosa ambasciata dell’8 febbraio. Questa ambasciata “Ha detto Cristian..” insomma si mettono a parlare nella Porsche di Amico, che si mettono a parlare poi a giugno, il giorno della .. ora mi ricongiungo alla cena.. si mettono a parlare e insomma l’ambasciata consisteva nel dire a Giancarlo: “Ha detto Cristiano che da questo momento in poi il riferimento al Nord Italia per la famiglia Cantarella sei tu.” Ora riferimento può essere inteso o come riferimento mafioso o come riferimento quello che voleva dire Cristian è altro, nel senso queste ragazze, che ha quattro figlie Tano, e la moglie, sono sole, gli dovete dare dei soldi, sono parenti miei, gentilmente non li maltrattate e gli riconoscete tutto. Anche perchè gli avevano sequestrato tutto, avevano 300 mila euro nei conti Cantarella e Amico. Quindi, in buona sostanza, fino allo sblocco di questi soldi Giancarlo pensaci tu.”

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