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Inchiesta “Buche d’oro”, corruzione all’Anas: 9 arresti (tutti i nomi foto e video)

Nove persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Catania con l’accusa di corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area Compartimentale di Catania), nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione del verde lungo le stesse arterie. I provvedimenti di oggi riguardano la terza misura restrittiva adottata dall’Autorita’ Giudiziaria, nell’ambito dell’Operazione […]

Pubblicato 4 anni fa

Nove persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Catania con l’accusa di corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area Compartimentale di Catania), nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione del verde lungo le stesse arterie.

I provvedimenti di oggi riguardano la terza misura restrittiva adottata dall’Autorita’ Giudiziaria, nell’ambito dell’Operazione ‘Buche d’oro’, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania che aveva gia’ portato all’emissione di 9 misure cautelari e al controllo di appalti per milioni di euro.

Stamani in Procura presente il Procuratore, Carmelo Zuccaro, in una conferenza stampa sono stati illustrati tutti i particolari della nuova operazione.

Questa la nota stampa ufficiale

Su delega della Procura della Repubblica di Catania,
i finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania hanno
dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale
di Catania nei confronti di 9 persone (6 in carcere e 3 agli arresti
domiciliari) indagate, in concorso, per corruzione compiuta nell’esecuzione di
lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area compartimentale di
Catania) nonché nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione
delle opere in verde lungo le medesime arterie.

L’odierno provvedimento è la terza misura
adottata dal Gip etneo, nell’ambito dell’operazione “Buche d’oro”, condotta dal
Nucleo di polizia economico- finanziaria di Catania, delegata e coordinata dalla
Procura che ha già portato all’emissione di 9 misure restrittive, al controllo
di appalti per 4 milioni di euro e all’individuazione di profitti criminali per
500 mila euro.

Nel caso specifico, oltre a far luce su nuovi fatti corruttivi che riguardano soggetti già raggiunti da precedenti misure cautelari (per l’Anas  R. C. Contino, G. Panzica e G. Romano già ai domiciliari, destinatari odierni di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della “Isap Srl” di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni compiute nell’ultimo biennio.

Sono stati, infatti, tratti in arresto e condotti in carcere:

Giorgio Gugliotta, 45 anni, dipendente
A.N.A.S., capo nucleo C del Centro di manutenzione D dell’Area tecnica
compartimentale (diretta dal Geom. Contino che, a sua volta, nei casi
incriminati, rispondeva all’ing. Romano quale R.U.P.), competente alla
manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 114
Orientale Sicula (dal Km. 54,4 al Km. 92,022 e dal km 105,25 al km 130),
SS114dir “Costa Saracena” (dal km 4,6 al km 12), SS 194 (Ragusana, dal km 0,3
al km 11,7);

Amedeo Perna, 50 anni, dipendente della “Ifir
Tecnologie Stradali S.R.L.”, società commerciale esercente “costruzione di
strade autostrade e piste aeroportuali”, con sede a Milano (MI), con un volume
d’affari annuo di oltre un milione di euro;

Santo Orazio Torrisi, 62 anni, rappresentante
legale della “Sicilverde Srl”, impresa avente quale oggetto sociale la “cura e
manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini” con sede ad Aci S.
Antonio (CT) e con un volume d’affari annuo superiore ai 2 milioni di euro;

Giuseppe Ciriacono, 51 anni, padre del
rappresentante legale della “Ital Costruzioni Group Srl”, esercente “altre
attività di costruzione e opere di ingegneria civile” con sede a Caltagirone
(CT) e con un volume d’affari annuo di circa 500 mila euro;

Vincenzo Baiamonte, 53 anni, già dipendente
della “Safe Roads Srl”, esercente l’attività di “costruzioni edifici
residenziali e non residenziali” con sede a Misilmeri (PA), con un volume
d’affari annuo superiore ai 2 milioni di euro; Baiamonte risulta, dal 2019,
dipendente della “Truscelli Salvatore Srl”, avente quale oggetto sociale “altre
attività di lavori specializzati di costruzione” con sede a Caltanissetta (CL),
il cui rappresentante legale, Salvatore Truscelli, in data 18 ottobre u.s.,
veniva sottoposto agli arresti domiciliari quale imprenditore corruttore
sorpreso dai Finanzieri a consegnare, tra l’altro, negli uffici dell’Anas, una
tangente di 10.000 euro in contanti.  

Le rapide e approfondite investigazioni
condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, sono state sviluppate
attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali,
accertamenti bancari, la disamina della documentazione amministrativa
concernente i lavori oggetto di illecite dazioni nonché dal riscontro degli
elementi desunti dagli interrogatori eseguiti da quest’Ufficio, nel corso dei
quali, più funzionari Anas coinvolti rendevano ampie confessioni. La
consistente mole indiziaria così emergente permetteva di portare alla luce
l’esecuzione fraudolenta o, in alcuni casi, la mancata esecuzione di opere
previste nei capitolati di appalto. Le gare in questione, i cui bandi e la
valutazione delle offerte, a seconda dell’entità dei lavori da affidare, erano
a cura della direzione generale dell’Anas o della struttura territoriale di
coordinamento di Palermo, venivano aggiudicate anche con ribassi superiori al
50%.

Paradossalmente i lavori oggetto di illeciti
scambi di utilità tra imprese e funzionari corrotti si concludevano in tempi
rapidissimi in ragione dell’evidente necessità, per entrambe le parti, di
incamerare quanto prima il profitto criminale derivante dalla parziale o totale
inadempimento dei vincoli contrattuali fissati. Altro elemento concordante
della piena sintonia esistente tra corrotti e corruttori è l’assenza di
qualsiasi contenzioso: l’esecuzione degli appalti tracciati quali fonte di
tangenti non vedeva quasi mai l’insorgere di contestazioni bensì il puntuale e
celere rilascio della piena conformità a quanto commissionato così da
velocizzare il più possibile il pagamento della pubblica amministrazione, nel
caso di specie, vittima di un vero e proprio raggiro.    

I fatti corruttivi oggetto del provvedimento
cautelare eseguito in data odierna mettono in luce nuove casistiche di lavori
non eseguiti a regola d’arte sulle principali strade della Sicilia centro –
orientale: non solo la mancata scarificazione dell’asfalto da rimuovere quale
stratagemma per risparmiare oneri da tramutare in “mazzette” ma anche la
mancata/parziale rimozione di barriere incidentate e/o inadeguate e il taglio
di sterpaglie lungo le arterie innescano i già rodati e noti circuiti
corruttivi. 

Nello specifico, una prima vicenda corruttiva
vede quali corrotti il direttore dei lavori, geom. Contino e i direttori
operativi posti sotto la sua vigilanza, i geometri Panzica e Gugliotta.
L’appalto oggetto del patto corruttivo stretto con Amedeo Perna, dipendente
della “I.F.I.R. Tecnologie Stradali S.R.L.”, concerne i lavori di “manutenzione
ordinaria delle opere di sicurezza lungo le SS 114 Orientale Sicula, 194
Ragusana, 114dir Costa Saracena e 193 di Augusta” consistenti nella sostituzione
di tratti di barriere incidentate o inadeguate con barriere nuove aventi le
medesime caratteristiche tecniche. Il lavoro veniva aggiudicato con un ribasso
del 25% a un importo netto di 150 mila euro, iniziato nell’aprile 2018, si
concludeva nel febbraio 2019.

Nella circostanza, i funzionari Anas corrotti
favorivano la registrazione in contabilità della sostituzione di barriere mai
avvenuta; ciò, secondo quanto ricostruito dagli stessi pubblici ufficiali,
poteva avvenire in quanto vi sarebbero state barriere di sicurezza in buone
condizioni che non andavano sostituite. Il risparmio di costi a vantaggio
dell’azienda aggiudicatrice era addirittura pari a circa 90.000 euro che
avrebbero fruttato ai 3 funzionari un bottino di 30.000 euro. L’accordo però,
per palesate difficoltà dell’impresa coinvolta, non si concretizzava nella sua
interezza ma con la dazione di una sola tangente di 5.000 euro. A rinforzare il
patto criminale, interveniva un altro imprenditore – già noto in Anas perché
esecutore di diversi lavori – a fungere da garante a favore della “Ifir” per assicurare
ai corrotti l’integrale pagamento della “mazzetta”. Quest’intervento permetteva
all’impresa corruttrice di portare fino al termine il suo progetto illecito pur
non essendo poi in grado di assolvere all’impegno criminale di corrispondere
l’intera tangente pattuita di 30 mila euro.  
  

Una seconda Vicenda corruttiva vedeva ancora
gli stessi funzionari Anas Catania appena citati (Contino, Panzica e GUGLIOTTA)
colludere con Santo Orazio Torrisi rappresentante legale della “Sicilverde Srl”
di Aci S. Antonio (CT). La prestazione d’opera oggetto di mercimonio rientra in
un appalto aggiudicato per il “servizio triennale di manutenzione ordinaria
ricorrente delle opere in verde lungo le strade statali di competenza del
Centro di Manutenzione D – Anas sezione Compartimentale di Catania” delle già
succitate strade statali S.S. 193 – 114 – 114dir – 194, per l’importo
complessivo di 665 mila euro, con un’associazione temporanea di imprese
composta da società commerciali di Montepulciano (SI) e Calatafimi (TP).
L’aggiudicazione dell’appalto, nel caso di specie, avviene addirittura con un
ribasso di oltre il 50%. I lavori sono stati eseguiti, attraverso un nolo “a
caldo”, dalla “Sicilverde Srl”, il cui rappresentante legale Torrisi corrompeva
gli infedeli funzionari Anas proponendo l’esecuzione di minori lavori di
sfalcio di erbe, di potatura delle ceppaie e di mantenimento delle siepi
spartitraffico nonché la mancata effettuazione di opere quali, ad esempio, la
raccolta delle sterpaglie tagliate, comunque previste dal capitolato speciale
d’appalto. L’illecita economia sui lavori da effettuare – a diretto danno della
pubblica amministrazione costretta a sperperare denaro pubblico per
l’esecuzione di lavori mai prestati – fruttava ai funzionari corrotti una
tangente complessiva di 10.000 euro in contanti ripartita tra i tre. Le dazioni
criminali si registravano in corrispondenza del rilascio della certificazione,
a cura del R.U.P., dello stato di avanzamento dei lavori. Uno degli ultimi
versamenti, avvenuto a fine agosto di quest’anno, era esplicito oggetto di
conversazione tra gli arrestati Contino e Panzica. 

Altro patto corruttivo veniva stretto da Contino
e Panzica, ancora nella truffaldina esecuzione della manutenzione del verde
lungo le strade, con Giuseppe Ciriacono dell’Ital Costruzioni Group Srl di
Caltagirone (CT) il quale pagava una mazzetta di 2.000 euro. I lavori in
argomento derivavano dall’affidamento del “servizio triennale di manutenzione
ordinaria ricorrente delle opere in verde lungo l’Autostrada A01 Catania
Siracusa di competenza del centro di manutenzione D – Anas Catania” aggiudicato
a una società commerciale ravennate per un importo complessivo di 580 mila euro
dopo un ribasso del 52%.

L’impresa corruttrice di Ciriacono scende in campo, prima, in virtù di un contratto di nolo a freddo di mezzi e il distacco di proprio personale e poi, in forza di un subappalto di 105 mila euro. Anche in questo frangente la “Ital Costruzioni” chiamata a eseguire lo sfalcio d’erba con smaltimento dei materiali di risulta, il taglio alberi, la potatura e la concimazione, l’irrigazione, effettuava minori lavori assicurandosi così compensi non spettanti la cui parte maggiore restava nelle proprie casse e almeno 2.000 euro, in distinti momenti coincidenti con il riconoscimento dello stato avanzamento dei lavori, veniva destinato ai corrotti. La consegna delle tangenti, come ricostruito dagli artefici, avveniva sia all’interno che all’esterno degli uffici Anas. I funzionari pubblici infedeli, anche in tale circostanza, avevano l’obbligo di segnalare alla propria amministrazione il non rispetto del contratto così da favorirne la risoluzione e/o l’applicazione di penali.

GdF Catania, operazione Buche d’oro 3: nove misure cautelari

Minore scarificazione del manto stradale e
tangente di 30.000 euro in contanti ripartita tra Romano, Panzica e Contino sigillano
l’accordo con la “Safe Roads Srl” di Misilmeri (PA) per la cui finalità
corruttrice, ha operato il dipendente Vincenzo Baiamonte. L’appalto relativo a
quest’ulteriore fatto corruttivo concerne i “lavori di risanamento della
sovrastruttura stradale, in tratti saltuari, lungo la S.S. 114 Orientale Sicula
da Km. 130+600 al Km. 154+600” aggiudicati, dopo un ribasso del 38%, ad un
importo di 615 mila euro circa. Il rifacimento della strada in questione veniva
affidato d’urgenza all’impresa corruttrice nel luglio 2017 e si concludeva nel
novembre dello stesso anno; l’ANAS, a causa della condotta dolosa dei suoi
funzionari corrotti consapevoli della parziale esecuzione dei lavori affidati,
corrispondeva, dopo un unico e complessivo S.A.L. (stato avanzamento lavori),
l’intero importo di 615 mila euro.

Un’ultima intesa corruttiva veniva siglata tra
soggetti, tutti già ristretti ai domiciliari in esecuzione di precedenti
misure: da un lato, i funzionari Anas Catania, Romano in qualità di R.U.P., Contino
quale direttore dei lavori e Panzica (direttore operativo) e, dall’altro,
l’imprenditore Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della “Isap Srl” di
Termini Imerese. La tangente originava dalla classica “economia” permessa
all’impresa aggiudicataria del lavoro, consistita, nel caso di specie, in una
minore scarificazione del tratto stradale il cui livello, però, veniva anche
alzato oltre misura. La mazzetta, in denaro contante per 48.000 euro, veniva
consegnata a Contino e Panzica da Iacuzzo presso l’abitazione del primo per poi
essere suddivisa in tre parti, una delle quali destinata all’ing. Romano.
Quest’ultimo era solito ricevere la sua quota corruttiva da Contino che
provvedeva a consegnarla inserendola nella “già nota” cartellina blu
intercettata dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. in occasione degli arresti in
fragranza di reato eseguiti il 17 settembre u.s.

Il lavoro in questione era un contratto
applicativo di un accordo quadro triennale per “l’esecuzione di lavori di
manutenzione straordinaria della pavimentazione delle strade di competenza Anas
nella Regione Sicilia” stipulato nel marzo 2018, per un complessivo valore di
25 milioni di euro. In questa cornice, “Iasp Srl”, esercente l’attività di “strade,
autostrade e piste aeroportuali”, rappresentata da IACUZZO era affidataria, nel
maggio 2018:

con procedura d’urgenza per il necessario
concomitante svolgimento del Giro d’Italia, dei “lavori di riqualificazione del
piano viabile lungo la strada di collegamento tra Ragalna e l’Osservatorio
Astrofisico di Catania sull’Etna” per un importo di 450 mila euro. I lavori in questione
sono stati aggiudicati all’impresa palermitana con un ribasso di oltre il 35%;

dei “lavori di riqualificazione del piano
viabile lungo la S.P. 24 tratto Ponte Barca, Paternò – innesto SS 192 della
Valle Dittaino” per un importo di 760 mila euro. Anche questi lavori sono stati
aggiudicati con un ribasso di oltre il 35%. 

Gli ulteriori gravi fatti di corruzione
ricostruiti dal gruppo di magistrati della Procura specializzato nei reati
contro la P.A. con l’ausilio dei Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania
restituiscono un quadro ancor più esteso rispetto a quanto emerso in occasione
dell’esecuzione delle precedenti ordinanze di custodia cautelare. Consolidato
ormai da almeno un biennio è l’intreccio corruttivo che unisce pubblici
ufficiali infedeli e imprenditori corruttori impegnati a concordare, da un
lato, la non esecuzione dei lavori appaltati, e dall’altro, ad accelerare le
procedure amministrative per il pagamento degli stessi lavori così da
incamerare, quanto prima, il profitto illecito e dividerselo.  

La costante azione della Guardia di Finanza,
orientata da quest’Ufficio anche in ragione degli ulteriori elementi
investigativi che stanno emergendo nel corso dei vari interrogatori cui sono
sottoposti indagati e in ragione di spontanee dichiarazioni fornite da persone
informate sui fatti, sta consentendo di ricostruire minuziosamente, appalto su
appalto, il sistema tangentizio messo in piedi nell’area tecnica dell’Anas di
Catania.

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