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Inchiesta Girgenti Acque: “Depuratore Licata pericoloso e precario”

Lo scrivono i pm di Agrigento nel provvedimento di fermo

Pubblicato 3 anni fa

La situazione di precarietà e di pericolosità dell’impianto di depurazione di Licata non si circoscrive solo al perimetro dell’impianto. In epoca coeva ai primi accertamenti sugli impianti, e specificamente il 11.03.2016, a seguito di segnalazione circa anomalie nel funzionamento dell’impianto, si procedeva al controllo di due ”sfioratori di piena” che – si accertava – anziché allontanare le sole acque meteoriche, quale loro precipuo compito, risultavano smaltire, sversandoli nel fiume Salso, consistenti volumi di refluo non depurato“. Lo scrivono i pm di Agrigento nel provvedimento di fermo che ha portato in carcere l’ex patron di Girgenti Acque, Marco Campione.

“Le verifiche compiute e gli esiti degli accertamenti analitici, pure ivi dovuti, ha permesso di comprendere, non solo la intenzionalità di tale fenomeno, ma altresì il suo carattere di sistematicità e continuità, utile a far affluire all’impianto una minore portata di refluo da trattare (meno refluo da trattare equivale a minor operatività dell’impianto, che equivale e meno energia utilizzata e meno fanghi prodotti, che equivale e meno rifiuti da smaltire e, quindi in maggior risparmio) – si legge ancora –A tale irregolare e criminosa pratica, costituente ulteriore ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti solidi, se ne aggiungeva, in questo caso, una ulteriore, già in passato, per vero verificatasi. Si poteva constatare, infatti, che all’interno dell’impianto, in corrispondenza degli ”sfioratori di piena”, erano stati installati dei sistemi di captazione dei reflui che, convogliati mediante delle tubazioni, venivano illecitamente utilizzati a scopi irrigui presso aziende agricole insistenti in prossimità del fiume Salso, in cui si svolgeva la coltivazione di ortaggi in serra”.

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