Inchiesta Ponos su caporalato: vittime ritrattano e finiscono sotto inchiesta
Già nel momento in cui erano stati sentiti per raccogliere informazioni sulle condizioni lavorative a cui erano sottoposti avevano mostrato qualche reticenza. Dopo l’incidente probatorio il pm Gloria Andreoli, titolare del fascicolo d’inchiesta, sta valutando la possibilità di indagare anche tre presunte vittime del caporalato svelato dall’inchiesta Ponos. Le vittime avrebbero fatto un clamoroso “dietrofront” […]
Già nel momento in cui erano stati sentiti per raccogliere informazioni sulle condizioni lavorative a cui erano sottoposti avevano mostrato qualche reticenza. Dopo l’incidente probatorio il pm Gloria Andreoli, titolare del fascicolo d’inchiesta, sta valutando la possibilità di indagare anche tre presunte vittime del caporalato svelato dall’inchiesta Ponos.
Le vittime avrebbero fatto un clamoroso “dietrofront” rinnegando quanto detto in precedenza.
Vera Cicakova, slovacca, 59 anni e la figlia Veronika, 37 anni, ritenute a capo dell’organizzazione, sono finite in carcere. Ordinanza di arresti domiciliari per gli indagati Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Burgio, 42 anni, di San Cataldo e Inna Kozak, 26 anni, ucraina, ancora ricercata.
Obbligo di dimora nel comune di residenza ai rumeni Neculai Stan di 62 anni e Vasile Mihu di 43 anni. Il semplice obbligo di firma quotidiano, infine, è stato disposto per il pizzaiolo Emilio Lombardino, 46 anni di Porto Empedocle, che ha ammesso di essere stato pagato per trasportare i braccianti sfruttati col furgone “caricando”, per un guadagno di 3 euro per ogni lavoratore, fino a 20 persone ammassate sul mezzo che ha una capienza di 6 passeggeri.