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L’agguato ai genitori, l’omicidio e l’ombra dei paracchi a Palma di Montechiaro

L’uomo avrebbe dichiarato di appartenere ad un "paracco"

Pubblicato 3 anni fa

C’è ancora molto da verificare sulle parole che Angelo Incardona, 44enne di Palma di Montechiaro che ieri ha prima sparato all’indirizzo dei genitori e poi ucciso Lillo Saito, imprenditore socio della Gattopardo Gelati, ha proferito ieri sera durante l’interrogatorio davanti il procuratore capo Luigi Patronaggio, il colonnello Vittorio Stingo e i maggiori Luigi Balestra e Marco La Rovere.

L’uomo avrebbe dichiarato di appartenere ad un paracco, una della famiglieddre descritte in passato dal collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati che affiancherebbero le più “nobili” cosche di Cosa Nostra. Incardona ieri pomeriggio ha prima esploso diversi colpi di arma da fuoco contro il padre Giuseppe e la madre Maria Ingiaimo.

Entrambi, feriti di striscio, sono ancora ricoverati all’ospedale di Licata. Poi sarebbe uscito e, incrociando Lillo Saito, avrebbe esploso una raffica di colpi al suo indirizzo uccidendolo. Dopo il delitto è salito in auto e si è recato al Comando Provinciale di Agrigento per consegnarsi. 

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