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L’appalto della rete fognaria di Lampedusa, il pm: “Ognuno doveva avere un pezzo della torta”

Al centro dell' inchiesta c’è l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa

Pubblicato 47 minuti fa

Un appalto nato nell’ottica di spartire la “torta” tra le imprese locali nonostante fosse stato regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. È quanto sostenuto questa mattina in aula dal pm Giulia Sbocchia che, nel ribadire la richiesta di rinvio a giudizio, ha discusso nell’ambito dell’udienza preliminare a carico di ventuno persone – tra politici, dirigenti comunali e imprenditori – coinvolte in un’inchiesta che ipotizza a Lampedusa l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione attraverso costrizioni, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazioni di somme di denaro pubblico. Il procedimento è in corso davanti il gup Iacopo Mazzullo. Il prossimo 18 settembre la parola passerà alle difese e anche all’ex sindaco Martello che ha annunciato di voler rendere nuovamente dichiarazioni spontanee. Nessuno degli imputati ha scelto il rito abbreviato. 

Al centro della maxi inchiesta, cristallizzata nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, c’è (soprattutto) l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa. Appalto promosso dal Comune e regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. Almeno sulla carta. Al vertice della presunta associazione a delinquere, secondo quanto contestato dagli inquirenti, ci sarebbero stati l’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, l’ex vicesindaco e assessore Salvatore Prestipino nonché i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’Ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. A tutti viene contestato il ruolo di promotori. 

Per la Procura di Agrigento (è questa l’accusa mossa) gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti. Secondo la procura tra le imprese beneficiarie dei lavori in subappalto, riguardanti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni di sollevamento, vi sono quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote. Tra le accuse mosse agli ex amministratori locali, in qualità di pubblici ufficiali, anche quella di peculato. Per gli inquirenti, infatti, si sarebbero appropriati dei fondi destinati all’impresa che aveva regolarmente ottenuto l’appalto “procedendo al pagamento dei lavori indebitamente subappaltati alle imprese locali”. 

GLI IMPUTATI

Salvatore Martello, 68 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Giuseppe Grillo); Manlio Maraventano, 55 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Gaetano Caponnetto); Giuseppe Di Malta, 64 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Alessandro Patti); Salvatore Prestipino, 57 anni, di Pantelleria (difeso dall’avvocato Giuseppe Grillo); Nicola Andrea Policardo, 58 anni, di Pantelleria (difeso dall’avvocato Gaetano Gucciardo); Giovanni Martello, 38 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Nicolò Grillo); Antonio Martello, 64 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Nicolò Grillo); Rosa Martello, 33 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Nicolò Grillo); Claudia Castrone, 36 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Nicolò Grillo); Annalisa Lombardo, 49 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Nicolò Grillo); Massimo Campione, 64 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Massimo Perrotta); Domenico Cucina, 56 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Calogero Meli); Stefano Cucina, 50 anni, di Lampedusa; Rosario Cucina, 45 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Rosario Didato); Giovanna Taormina, 55 anni, di Lampedusa (difesa dall’avvocato Emanuele Dalli Cardillo); Gianluca Cucina, 43 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Rosario Didato); Nicola Cucina, 33 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Calogero Meli); Umberto Cucina, 31 anni, di Lampedusa (difeso dagli avvocati Samantha Borsellino e Giuseppe Lauricella); Pietrino Cucina, 37 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Emanuele Dalli Cardillo); Salvatore Cucina, 60 anni, di Lampedusa (difesa dall’avvocato Emanuele Dalli Cardillo); Rosa Cucina, 30 anni, di Lampedusa (difesa dall’avvocato Calogero Meli), Domenico Cucina, 53 anni, (difeso dall’avvocato Samantha Borsellino).

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