L’impiegata amante dello shopping, il vigile urbano operaio e il custode che lavorava in nero nella ditta del fratello
Ecco alcuni degli episodi contestati ai dipendenti del Comune di Favara ritenuti “furbetti del cartellino”
La procura di Agrigento nelle scorse settimane ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 33 dipendenti comunali di Favara su un presunto giro di “furbetti del cartellino”. L’inchiesta – denominata Otium – viene avviata già nel 2019 ma è soltanto con la fine dell’emergenza legata al coronavirus che entra nel vivo. A dare nuova linfa alle indagini sono state numerose segnalazioni da parte di privati cittadini che, chiedendo aiuto ai carabinieri, hanno denunciato dinamiche a dir poco “opache” relative alle concessioni e autorizzazioni in favore di alcune attività commerciali puntando il dito – in particolare modo – contro il Corpo della Polizia municipale di Favara e l’Ufficio tecnico comunale.
Gli impiegati del Comune di Favara sono suddivisi tra dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. con previste 36 ore lavorative settimanali su 5 giornate lavorative, con rientro pomeridiano stabilito per la giornata del mercoledì, e dipendenti assunti con contratto a tempo determinato. Questi ultimi, a loro volta, sono ripartiti in: n. 44 dipendenti con contratto a tempo determinato ex L.S.U. storici a 21 ore settimanali; n. 54 dipendenti con contratto a tempo determinato ai sensi della L.R. n. 21/2003, a 20 e 21 ore settimanali; n. 152 dipendenti con contratto a tempo determinato ai sensi della L.R. 16/2016, a 24 ore settimanali.
GLI IMPIEGATI DELLA SEDE IN VIA BENEFICENZA MENDOLA
Le indagini relative al palazzo comunale, sede tra gli altri dell’ufficio Anagrafe, dell’ufficio Elettorale ed ufficio Tributi, avrebbero portato alla luce una allarmante diffusione del fenomeno dell’assenteismo tra i dipendenti pubblici ivi impiegati. La peculiarità delle condotte illecite riscontrate presso detta sede è, senzadubbio, la reciproca compiacenza tra un nutrito numero di dipendenti comunali, spesso sfociata in correità, che consentiva loro di porre in essere, con allarmante sistematicità, le gravi condotte delittuose riscontrate con la presente attivita d’indagine. Le violazioni di legge, infatti, venivano perpetrate dagli indagati con frequenza quotidiana, senza alcuna remora o timore di essere scoperti, tanto da apparire come il frutto di una prassi illecita consolidatasi nel tempo. Nell’ufficio comunale in questione sono 5 i dipendenti – tutti con il ruolo di custode – finiti nel mirino degli investigatori. Tra loro spicca la figura di un impiegato con contratto a tempo determinato. Il dipendente è il soggetto che tra il 14 Giugno ed il 30 Luglio 2022 ha reiterato con cadenza quasi quotidiana le illecite condotte a lui addebitate. L’uomo è colui che più di tutti ha goduto della correità dei colleghi che si sono prestati in numerose circostanze, utilizzando il suo badge, ad attestarne falsamente la sua presenza sui luoghi di lavoro. Sono rare, nel periodo di osservazione, le “timbrature” effettuate personalmente dal dipendente; si riscontravano infatti numerose timbrature del suo badge eseguite, tanto “in ingresso” quanto “in uscita”, ed in alternanza tra loro, dai colleghi presenti in quel frangente all’interno del luogo di lavoro. Il dipendente, inoltre, pur recandosi successivamente presso la sede lavorativa, era solito allontanarsi quanto meno un’ora prima rispetto all’orario di fine servizio che veniva registrato per suo conto, illecitamente, dai colleghi. Vi è poi il caso del dipendente-fedele che, pur risultando al lavoro, è stato pedinato fino a dentro una chiesa. È il 23 giugno 2022. Il monitoraggio video all’interno della sede comunale consentiva di appurare l’effettiva timbratura “in ingresso” effettuata dal dipendente comunale pochi istanti dopo il suo arrivo; Subito dopo aver timbrato il proprio cartellino, il dipendente si dirigeva verso l’antistante luogo di culto, ossia la chiesa intitolata “Opera Pia Collegio di Maria”, il cui ingresso è ubicato proprio di fronte la sede comunale in questione. Lo stesso, poco dopo, viene immortalato al bar “Cream Caramel”, all’enoteca “Canova del Gusto”, al mercato ortofrutticolo biologico e infine all’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento.
IL VIGILE URBANO OPERAIO
Nella lista dei trentatré indagati compare anche un ispettore della Polizia Locale di Favara. Durante le giornate lavorative dell’uomo, quasi sistematicamente raggruppate tra le giornate settimanali di mercoledì, giovedì, venerdì e sabato, si procedeva al costante monitoraggio degli apparati video installati all’interno ed all’esterno delle sedi comunali dislocate su tutto il territorio favarese. Dette attività consentivano di accertare come l’Ispettore, metodicamente, dopo aver falsamente attestato l’inizio del proprio orario lavorativo mediante la timbratura in ingresso del proprio badge presso la sede distaccata di via Pio La Torre, si allontanava per raggiungere in taluni casi la propria abitazione, in altri addirittura dimore o cantieri ove veniva colto all’atto di espletare attività lavorativa nell’ambito dell’impiantistica edile. Solamente dopo circa un paio d’ore dall’inizio del proprio turno di servizio, non prima di essersi cambiato dal tipico abbigliamento da cantiere, l’ispettore poi si recava presso il Comando dei Vigili Urbani sito in questa Piazza Garibaldi ove accedeva senza effettuare alcuna timbratura se non la successiva uscita al termine dell’orario di lavoro. Ed ancora, in alcune circostanze, trascorso poco tempo dal suo arrivo presso la sede lavorativa, l’Ispettore veniva notato allontanarsi per ottemperare a necessità di natura privata che nulla concernevano con l’impiego istituzionale ricoperto. Le condotte poc’anzi descritte venivano sistematicamente reiterate dal vigile urbano in occasione di ciascuna giornata lavorativa durante l’intero periodo di monitoraggio espletato tra la data del 15 Giugno ed il 30 Luglio 2022.
L’IMPIEGATA CHE AMAVA FARE SHOPPING
La tendenza ad assentarsi immotivatamente durante l’orario lavorativo veniva riscontrata anche con attinenza ad un’altra impiegata comunale assunta con mansione di Operatore Amministrativo Cat. Al (ex L.R. 16/2016) con contratto a tempo determinato a 24 ore settimanali. Quest’ultima, pedinata in più circostanze dopo aver attestato l’inizio della sua giornata lavorativa, veniva notata accedere presso diverse attività commerciali del Comune di Favara. Già in data 15 Giugno venivano registrate le prime condotte sospette: la donna veniva notata timbrare in ingresso alle ore 08.59 presso la sede di via Pio La Torre, dalla quale si allontanava immediatamente a bordo di un’autovettura, facendovi ritorno alle ore 13.21. In quest’ultima circostanza, in particolare la donna, prima di accedere all’interno del palazzo comunale, si recava all’interno del supermercato adiacente, denominato “Paghi Poco”. Dopo aver terminato le compere, la stessa alle ore 13.27 attestava il termine della sua giornata lavorativa. Sulla scorta di quanto sopra, in data 22 Giugno si organizzava un servizio di osservazione e pedinamento: giungeva alle ore 09.05 circa presso la sede di via Pio La Torre timbrando “in ingresso” pochi istanti dopo il proprio badge. Subito dopo tornava a sedere sul sedile passeggero del mezzo che riprendeva la marcia. Si attestavano cosi le diverse soste effettuate dal predetto veicolo, in ciascuna delle quali la donna scendeva effettuando acquisti di diversa natura. In particolare alle ore 09.13, accedeva all’interno di un centro analisi denominato “Bieco Analisi srl”. U s’intratteneva sino alle successive ore 09.29 circa. La seconda tappa veniva effettuata in via Olanda ove alle ore 09.43 la donna si fermava a fare acquisti presso un venditore ambulante di prodotti alimentari di vario tipo; alle successive ore 09:46 giungeva presso la pasticceria denominata “La Dolceria” dalla quale usciva con i relativi sacchetti alle ore 09:55 circa; ne seguiva a questo punto un’ulteriore sosta in via Pietro Nenni presso un altro venditore ambulante di alimenti all’incirca alle ore 10:10. Terminati gli acquisti si recava direttamente presso il supermercato denominato “Pick Up”, situato nelle adiacenze della predetta bancarella, accedendovi alle ore 1O: 14 per poi uscire alle successive ore 10:31 con le buste della spesa. Solo a questo punto, il veicolo si dirigeva presso gli uffici Comunali siti in via Ignazio Silane ove risultano ubicati i servizi socio-assistenziali del Comune. Episodio di analogo tenore veniva riscontrato in data 29 Giugno: alle ore 09.06 circa beggiava in entrata ed immediatamente tornava a bordo del mezzo. Alle successive ore 11 :40 circa il veicolo arrestava la marcia in questa via Capitano Callea e la donna accedeva all’interno del fruttivendolo denominato “Terranova”. Alle successive ore 11.57 la donna, scesa nuovamente dal mezzo unitamente alla conducente, accedeva all’interno dell’esercizio commerciale denominato “Klca”, sito anch’esso sulla via Capitano Callea. Da li la donna si spostava nel vicino supermercato denominato “li Centesimo” ove accedeva sempre in compagnia della predetta accompagnatrice alle ore 12:23 circa, intrattendosi all’interno dei locali sino alle ore 12:44 circa. Seguiva, quindi, un’altra tappa presso l’attività commerciale “Lidi”, ove le due accedevano alle ore 12:47 uscendovi alle successive ore 13:29.
IL DIPENDENTE COMUNALE CHE LAVORAVA IN NERO NELLA DITTA DEL FRATELLO
Tra gli indagati vi è anche un dipendente comunale che nell’attestare falsamente la propria presenza sui luoghi di lavoro perseguiva la finalità illecita di espletare, in orario di servizio retribuito dal comune di Favara, una attività lavorativa in nero. Nello specifico, l’uomo, impiegato a tempo determinato Cat. AI (cx L.R. 16/2016) a 24 ore settimanali in qualità di custode di ville e giardini veniva notato recarsi ogni pomeriggio all’incirca alle ore 14.30 presso la sede distaccata di via Pio La Torre, ove timbrava il proprio cartellino in ingresso, per poi recarsi puntualmente attorno alle ore 20.00 per certificare la relativa uscita. Insolito, tuttavia, risultava non tanto l’abbigliamento, tipico da operaio, quanto il mezzo quotidianamente utilizzato per raggiungere l’edificio comunale, un furgoncino cassonato con installato un telaio verticale per il trasporto di infissi. Il 30 giugno viene così pedinato: dopo la timbratura “in ingresso” alle ore 14:32 questo imboccava la via Esa Chimento arrestando la marcia all’interno dell’area riconducibile all’attività commerciale di proprietà del fratello. Il dipendente comunale permaneva all’interno del luogo sopra citato fino alle ore 15:25 circa, orario in cui l’uomo, dopo aver caricato a bordo del suo mezzo una porta blindata, riprendeva la marcia per dirigersi verso la villetta comunale denominata “Villa Stefano Pompeo” sita in via Dei Mille. Il dipendente comunale a questo punto, apriva il lucchetto ed il cancello della summenzionata villa comunale, senza tuttavia espletare la prevista vigilanza. Immediatamente dopo l’apertura dell’ingresso, difatti, si allontanava nuovamente a bordo del mezzo a lui in uso recandosi senza altre soste presso il Comune di Grotte ove giungeva alle ore 16: 15 circa. In loco ed in particolare presso la via Francesco Ingrao del predetto Comune, il dipendente scaricava dal mezzo l’infisso caricato poco prima all’atto della sosta effettuata presso l’omonima attività commerciale. Al termine della consegna, il Castronovo rientrava a Favara e solo alle successive ore 17:40 giungeva presso la villetta comunale ove avrebbe dovuto espletare la sua attività lavorativa.