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Mafia e massoneria a Licata: chiesto rinvio a giudizio per 20 persone

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 20 persone coinvolte nelle operazioni “Halycon” e “Assedio” – oggi riunite in un unico filone – che avrebbero fatto luce su intrecci pericolosi tra mafia, imprenditoria, politica e massoneria. La prima udienza preliminare è stata fissata, davanti il […]

Pubblicato 4 anni fa

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 20 persone coinvolte nelle operazioni “Halycon” e “Assedio” – oggi riunite in un unico filone – che avrebbero fatto luce su intrecci pericolosi tra mafia, imprenditoria, politica e massoneria. La prima udienza preliminare è stata fissata, davanti il gup del Tribunale di Palermo Claudia Rosini, il prossimo 6 luglio alle ore 16 presso l’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo.

In particolare il procuratore aggiunto Calogero Ferrara, ed i sostituti procuratori Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, hanno chiesto il processo – con l’accusa di associazione mafiosa – nei confronti dei due vertici del clan, cioè Angelo Occhipinti, inteso “Piscimoddu”, e Giovanni Lauria, alias “Il professore”. Tra i partecipi, invece: Giovanni Mugnos, 64 anni di Licata; Giacomo Casa, 66 anni di Licata; Vito Lauria, (maestro venerabile) 50 anni di Licata; il farmacista Angelo Lauria, 56 anni di Licata; Raimondo Semprevivo, 48 anni di Licata; Gabriele Spiteri, 47 anni di Licata; Vincenzo Spiteri, 53 anni di Licata. Angelo Graci, 33 anni di Licata; Giuseppe Galanti, 62 anni di Licata; Giuseppe Puleri, 41 anni di Campobello di Licata.

Al funzionario regionale Lucio Lutri viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver, secondo gli inquirenti,  “messo a disposizione del clan la rete relazionale a sua disposizione in qualità di maestro venerabile della loggia massonica “Pensiero ed Azione” per informare di eventuali indagini a loro carico. Stessa accusa contestata all’ex consigliere comunale di Licata Giuseppe Scozzari la cui posizione è stata stralciata e per questo giudicata separatamente. 

Rischiano il processo per favoreggiamento aggravato, invece: Antonino Massaro, 61 anni di Licata, e Marco Massaro, 36 anni di Licata: secondo gli inquirenti avrebbero aiutato gli indagati ad eludere i controlli delle forze di polizia come nel caso dell’avvertimento dell’istallazione di una microspia nell’auto di una delle persone coinvolte. Rischia il processo anche il titolare della ditta che si è occupata delle demolizioni degli immobili abusivi a Licata: si tratta di Salvatore Patriarca, 42 anni di Vittoria. Per gli inquirenti avrebbe detto il falso negando di aver avuto rapporti con esponenti mafiosi quando – dalle indagini – sarebbero emersi ripetuti contatti con Mugnos e Lauria per tramite dell’esponente famiglia mafiosa di Caltagirone, Cosimo Ferlito. Stessa ipotesi di reato viene anche contesta ad Alberto Riccobene, 53 anni di Palma di Montechiaro.

Il collegio delle difese è composto, tra gli altri, dagli avvocati Angela Porcello, Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Giuseppe Martorana, Angelo Balsamo, Lillo Fiorello, Giuseppe Di Peri, Giuseppe Rapisarda.

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