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Mafia&massoneria a Licata, imputato in aula: “Soldi al boss erano per la droga”

L'inchiesta "Halycon-Assedio" avrebbe svelato intrecci tra mafia, politica e massoneria a Licata

Pubblicato 3 anni fa

Dichiarazioni spontanee ieri mattina di uno degli imputati del processo che si sta celebrando col rito ordinario davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento scaturito dall’inchiesta “Halycon-Assedio” che avrebbe svelato intrecci pericolosi tra mafia, politica, imprenditoria e massoneria a Licata. Si tratta di Vincenzo Spiteri, 53 anni, accusato di far parte della locale famiglia mafiosa capeggiata dal boss Angelo Occhipinti.

Spiteri ha voluto prendere la parola per dichiarazioni spontanee rivolgendosi al collegio e al sostituto procuratore della Dda di Palermo, Alessia Sinatra: La mafia non c’entra niente, i soldi che portavo ad Occhipinti erano per la droga che acquistavo. Non sono mafioso, ho subito diversi furti e ho sempre denunciato. I mafiosi non vanno dai carabinieri e non denunciano“.

In questo filone sono a processo Giovanni “il professore” Lauria, 80 anni, ritenuto elemento apicale del clan licatese; Angelo Bellavia, 66 anni; Antonino Cusumano, 44 anni; Antonino Massaro, 62 anni; Marco Massaro, 36 anni; Alberto Riccobene, 48 anni; Salvatore Patriarca, 42 anni; Gabriele Spiteri, 47 anni, e lo stesso Vincenzo Spiteri, 53 anni.

Per quanto riguarda il filone dell’abbreviato, invece, l’accusa ha chiesto 11 condanne.

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