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Marianna Bello, esposto contro Protezione Civile e Comune: “negligenze e omissioni”

Secondo l’esposto, almeno cinque persone avrebbero omesso controlli, manutenzioni e cautele essenziali per la tutela della cittadinanza, contribuendo in modo diretto e prevedibile all’evento mortale.

Pubblicato 30 minuti fa

Un esposto per omicidio colposo è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Agrigento in relazione alla morte della giovane Marianna Bello, 38 anni, travolta dall’acqua e trascinata via dal convogliatore idraulico di Piazza della Libertà a Favara durante il nubifragio del 1° ottobre 2025.

A presentarlo è il marito, Renato Salamone, assistito dall’avvocato Salvatore Cusumano.

Nell’esposto si imputano la responsabilità della morte di Marianna Bello a una catena di omissioni e negligenze che coinvolgerebbe l’Ing. Salvatore Cocina, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale della Protezione Civile Sicilia, per la errata emissione dell’allerta meteo, classificata “gialla” anziché “rossa”, nonostante la presenza di un evento meteorologico “di straordinaria intensità”, il Sindaco di Favara Antonio Palumbo, quale responsabile della sicurezza pubblica e della manutenzione delle infrastrutture idrauliche, l’Ing. Pietro Calì, dirigente dell’Area Lavori Pubblici del Comune di Favara, l’Arch. Antonio Giancani, dirigente dell’Area Urbanistica e il Geom. Giuseppe Milia, dirigente dell’Area Edilizia e Patrimonio del Comune di Favara.

Tutti, secondo l’esposto, avrebbero omesso controlli, manutenzioni e cautele essenziali per la tutela della cittadinanza, contribuendo in modo diretto e prevedibile all’evento mortale.

Secondo la ricostruzione allegata all’esposto, la Protezione Civile Regionale avrebbe “gravemente sottovalutato” la portata delle precipitazioni previste sul territorio agrigentino.
Nonostante le segnalazioni meteo e i dati radar indicassero condizioni critiche già nella notte, la Regione mantenne il livello di rischio su allerta gialla, con conseguente mancata attivazione dei piani di emergenza e di conseguenza l’apertura delle scuole.

“Se fosse stata dichiarata allerta rossa – si legge nell’atto – Marianna Bello non sarebbe uscita di casa per accompagnare i figli a scuola. La sua morte è diretta conseguenza di quella scelta errata.”

L’esposto punta anche contro la gestione del convogliatore idraulico di Piazza della Libertà, conosciuto come “Conzu”, definito “opera pubblica lasciata in stato di abbandono e pericolo”.
Quel giorno, due delle cinque griglie di protezione erano aperte o parzialmente divelte, senza alcun presidio o segnalazione di pericolo.

La donna, travolta dall’acqua mentre tentava di ripararsi, venne risucchiata all’interno del canale e inghiottita dal flusso idraulico, come confermato dai video diffusi nelle ore successive sui social e sui giornali. Il corpo di Marianna fu recuperato a oltre trenta chilometri di distanza diciannove giorni dopo. Il documento indirizzato al Procuratore Giovanni Di Leo chiede espressamente di procedere nei confronti dei soggetti indicati per omicidio colposo.

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