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Naro, cittadini hanno paura del 5G: sindaco blocca sperimentazione

Niente sperimentazione della tecnologia 5G, la velocità di rete di quinta generazione, a Naro. Lo ha stabilito il primo cittadino Maria Grazia Brandara con apposita determinazione che ne impedisce la sperimentazione su tutto il territorio. E’ il primo sindaco della provincia di Agrigento ad adottare tale scelta, insieme ad altri duecento in tutta Italia, in […]

Pubblicato 4 anni fa

Niente sperimentazione della tecnologia 5G, la velocità di rete di quinta generazione, a Naro. Lo ha stabilito il primo cittadino Maria Grazia Brandara con apposita determinazione che ne impedisce la sperimentazione su tutto il territorio. E’ il primo sindaco della provincia di Agrigento ad adottare tale scelta, insieme ad altri duecento in tutta Italia, in seguito alla preoccupazione della popolazione per eventuali rischi legati alla salute pubblica. Rischi che, è bene ricordarlo, ad oggi non hanno alcun fondamento scientifico. L’Organizzazione mondiale della sanità che sul proprio sito ricorda come non ci sono prove della pericolosità del 5G, nonostante i numerosi test fatti. Idem il nostro Istituto superiore della Sanità.

Ho temporaneamente vietato la sperimentazione delle tecnologie 5G nel territorio comunale sulla base dei poteri che mi conferisce la legge regionale n. 7/1992 e l’art. 3-ter del Decreto Legislativo n.152/2006.Quest’ultimo assegna ai Comuni il compito di tutelare l’ambiente con azioni ispirate al principio della precauzione e, quindi, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente.Quale Sindaco,  ho il dovere di garantire lo sviluppo e il progresso delle tecnologie, ma anche quello di garantire la salute della popolazione. Qualora le evidenze scientifiche diventassero tali da assicurare l’innocuità della tecnologia 5G nei confronti della salute della locale popolazione, io toglierò il divieto”. ha dichiarato con una nota il sindaco di Naro.

Sono circa duecento i comuni in Italia che hanno adottato tale scelta. Da un lato il bisogno di connessione e di velocità di linea, soprattutto in un periodo in cui gli italiani sono chiusi in casa, dall’altra la preoccupazione (alimentata spesso da fake news) che possa esserci un nesso tra l’istallazione di questa tecnologia e la salute delle persone.

 Tutto questo sta portando ad un paradosso: da un lato con il decreto Cura Italia del Governo  si riconosce l’importanza fondamentale delle reti come servizio essenziale; dall’altra gli amministratori locali, spinti dalle pressioni dei propri cittadini, bloccano sperimentazioni e installazioni con alla base motivazioni sanitarie che, però, ad oggi non trovano alcun riscontro scientifico. Il paradosso diviene ancora più evidente considerando che queste decisioni sono concentrate soprattutto nei piccoli centri che, al contrario, avrebbero bisogno di banda ultralarga. 

Peraltro l’esposizione ai campi elettromagnetici delle reti 5G saranno soggette ai limiti definiti dai vincoli di legge vigenti in tutta Italia sin dal 2001, identici ai limiti dei campi elettromagnetici delle reti 4G, 3G e 2G già in funzione; le cosiddette frequenze “millimetriche” non rappresentano una novità, in quanto sono già utilizzate da decenni in altri campi e comprese nelle normative e linee guida che tutelano la salute emanate dagli organismi nazionali. 

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