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“Non esiste più la mafia sensibile di un tempo”: chiesto processo per Angela Maraventano

L'ex senatrice e vicesindaca di Lampedusa rischia il processo per istigazione a delinquere

Pubblicato 3 anni fa

Il sostituto procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Gullo, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Angela Maraventano, ex senatrice della Lega ed ex vice sindaco di Lampedusa. L’accusa è quella di istigazione a delinquere. La prima udienza preliminare è stata fissata il prossimo 26 novembre davanti il gup del tribunale di Catania Anna Maria Cristaldi. La vicenda risale al 2 ottobre 2020 quando, durante un comizio della Lega nella città etnea, Angela Maraventano parlando di flussi migratori, sbarchi (era il periodo del caso Gregoretti) affermò che: “Questo Governo abusivo, questo governo complice, questo governo complice di chi traffica carne umana e c’è anche dentro la nostra mafia che ormai non ha più la sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono? Non esiste più perché noi la stiamo completamente eliminando perché nessuno ha più il coraggio di difendere il proprio territorio!”.

Sul caso era intervenuta anche Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone: “Ho ascoltato, incredula, le parole dell’ex senatrice della Lega, Angela Maraventano. Che una persona che ha rappresentato lo Stato possa riproporre la trita favoletta della mafia buona mi indigna e mi fa arrabbiare”. Così anche il Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi: “Sono dichiarazioni che destano sconcerto e denotano, quanto meno, ignoranza del fenomeno mafioso. Non vale la pena commentarle perche’ si commentano da sole”. 

La vicenda giudiziaria scaturisce dalle denunce presentate dall’associazione Rita Atria, dal presidente della commissione antimafia regionale, Claudio Fava. Tra le persone offese risultano anche Dario Pruiti dell’Arci, il giornalista Riccardo Orioles e Luigi Ciotti di Libera. 

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