Agrigento

Processo “Waterloo”, udienza a vuoto e nuovo rinvio

Rilevato un difetto di notifica riguardante il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè e Salvatore Gabriele

Pubblicato 2 anni fa

Ancora una falsa partenza dell’udienza preliminare del processo “Waterloo” scaturito dalla maxi-inchiesta sulla gestione della società Girgenti acque, colosso riconducibile all’imprenditore Marco Campione che ha gestito per anni il servizio idrico in provincia di Agrigento.

Dopo il rinvio disposto in occasione dell’udienza del 6 maggio scorso, anche oggi il processo è saltato a causa di un difetto di notifica riguardante gli imputati Gianfranco Miccichè, attuale presidente dell’Ars e Salvatore Gabriele, ex sindaco di Pantelleria.

Ciò ha costretto il Giudice dell’udienza preliminare Micaela Raimondo, a rinviare al prossimo 22 luglio il procedimento che vede come imputate 48 persone.

In quella data saranno presentate istanze di costituzione di parte civile anche se va segnalato che oggi sia il Comune di Sciacca che l’Aica la società subentrata a Girgenti acque nella gestione del servizio idrico, hanno preannunciato la loro costituzione di parte civile.

Per la Procura era presente il procuratore capo facente funzioni, Salvatore Vella che, come è noto, insieme ad un pool di magistrati, composto dai sostituti Paola Vetro, Sara Varazi e Antonella Pandolfi, ha messo un punto fermo su un’attività di indagine durata oltre quattro anni e culminata il 23 giugno dell’anno scorso con l’emissione del fermo a carico di 8 componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti di Girgenti Acque. Provvedimento che, non è stato convalidato dal gip Francesco Provenzano e non ha superato il vaglio del Tribunale del Riesame che ha scarcerato tutti gli indagati.

In principio fu la Dda di Palermo, siamo nel 2015, che indagò a lungo sulla ragnatela di interessi e rapporti gestiti di Marco Campione, sessantenne ex titolare di Girgenti acque e dominus della Hydortecne, società gemella creata per trasferire capitale umano, denaro e lavori e “svuotare” l’impresa principale di potere e contenuti.

Tre anni di investigazioni sul fronte mafioso che non portarono a nulla. Vennero interrogati anche numerosi esponenti politici di rilievo per mettere a fuoco lo snodo centrale dell’inchiesta: favori politici in cambio di assunzioni.

“L’assumificio” disse l’allora Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, nel corso di un’audizione del 12 marzo 2015. Ma, anche in questo caso nulla di illecito venne provato. E così, l’inchiesta “Waterloo”, venne rimandata alla Procura della Repubblica di Agrigento affinchè indagasse sui reati cosiddetti ordinari.

Nella lista degli imputati figurano tutti i membri direttivi di Girgenti acque con Marco Campione in testa tranne la dirigente Marisa Macaluso, imprenditori, professionisti, politici di rilievo nazionale, giornalisti e funzionari pubblici con responsabilità di vertice, manager Deloitte&Touche spa e appartenenti alle forze dell’ordine: tra loro il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il deputato di Italia Viva Francesco Scoma, oggi assenti, (per l’ipotesi di reato di contributi elettorali irregolari) l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Giovanni Pitruzzella.

Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale.

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