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Quando a Sciacca comandavano i Bono: uno ucciso l’altro definito “Una cosa inutile”

Nuovi retroscena sull’operazione “Passepartout”, scaturita dall’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessi’ e Gery Ferrara, ruota attorno a Nicosia, per anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei detenuti e collaboratore parlamentare della deputata di Italia Viva, Giusy Occhionero. E’ il 31 gennaio 2018 quando una interessante conversazione tra Antonello Nicosia, […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuovi retroscena sull’operazione “Passepartout”, scaturita dall’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessi’ e Gery Ferrara, ruota attorno a Nicosia, per anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei detenuti e collaboratore parlamentare della deputata di Italia Viva, Giusy Occhionero.

E’ il 31 gennaio 2018 quando una interessante conversazione tra Antonello Nicosia, assistente parlamentare della deputata Giusy Occhionero, e il boss Accursio Dimino, considerato il capo della famiglia mafiosa di Sciacca, viene captata dalle cimici installate dai carabinieri del Ros su un’auto presa a noleggio poco prima a bordo della quale stanno viaggiando.
Al centro del colloquio, registrato nell’ambito dell’inchiesta “Passepartout”, c’è l’omicidio di un agricoltore di Sciacca, Giuseppe Bono, assassinato nel 1998 in contrada Chiana e i cui responsabili non sono mai stati trovati.

Accursio Dimino, mentre dialoga con Nicosia, spiega intercettato che l’omicidio era avvenuto per questioni legate alla custodia e alla sottrazione delle armi del clan di Sciacca costate all’epoca oltre 150 milioni di lire.

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