Rifiuti, ex governatore Cuffaro davanti Commissione Antimafia (video su Montante e Catanzaro)
E’ iniziata in commissione Antimafia all’Assemblea regionale siciliana l’audizione dell’ex governatore siciliano, Salvatore Cuffaro. L’ex presidente della Regione è stato convocato nell’ambito di una serie di audizione sul ciclo dei rifiuti che sta portando avanti da settimane l’Antimafia siciliana. “Ho accettato di buon grado di essere ascoltato per due ragioni: per rispetto istituzionale e per […]
E’ iniziata in commissione Antimafia all’Assemblea regionale siciliana l’audizione dell’ex governatore siciliano, Salvatore Cuffaro. L’ex presidente della Regione è stato convocato nell’ambito di una serie di audizione sul ciclo dei rifiuti che sta portando avanti da settimane l’Antimafia siciliana.
“Ho accettato di buon grado di essere ascoltato per due ragioni: per rispetto istituzionale e per chiarire alcuni punti su una vicenda su cui per tanto tempo ci sono dichiarazioni che non corrispondono alla verità. La vicenda del piano dei rifiuti è partita nel 2000 con Capodicasa, quando fu dichiarata l’emergenza. Il nostro piano sui rifiuti del 12 dicembre del 2002 che prevedeva i termovalorizzatori e le gare fu approvato sia dal Governo nazionale sia dall’Europa. E’ l’unico piano che esiste in Sicilia. Lei avrà sentito molti altri venire qui e dire di aver fatto il Piano dei rifiuti – ha detto Cuffaro rivolgendosi a presidente della commissione Claudio Fava – “Non esiste altro piano, l’unico in vigore è quello che abbiamo fatto noi e che non solo fu vidimato dal Governo, ma anche dall’Unione Europea, che espresse soddisfazione per qualità del piano”. Il mio Governo voleva fare termovalorizzatori che avrebbero risolto il problema in cui si trova oggi la Sicilia. Lo avevamo scritto anche nel nostro programma. La Regione non avrebbe messo una lira, perché sarebbero stati realizzati dalle imprese”. “Perché quattro termovalorizzatori – ha aggiunto – Perché si evitava di far viaggiare i rifiuti. Inoltre se uno era in avaria o in ristrutturazione, era previsto il ‘contratto di solidarietà’, ossia quello più vicino a quello andato fuori uso si assumeva la responsabilità di smaltire i rifiuti. I fumi? Sono uguali, sia che siano due che siano quattro, perché dipende dalla quantità di rifiuti smaltiti e non dal numero di termovalorizzatori. Poi resta da capire – ha concluso l’ex governatore – perché i termovalorizzatori non inquinano in altre parti del mondo e inquinano in Sicilia”.
“E’ un lavoro di inchiesta su tuti i temi legati al ciclo dei rifiuti – ha detto il presidente dell’organismo, Claudio Fava – , dalla vicenda dei termovalorizzatori sino ai fatti più recenti”. “Vorremo approfondire alcune vicende e diversi punti – ha aggiunto – su una vicenda ampiamente ricostruita attraverso diversi pronunciamenti del Tar, del Cga, ma vorremmo capire dal suo punto di vista, che è quello privilegiato di un ex presidente della Regione siciliana, la ricostruzione di alcuni passaggi”.