Rinascita Scott, Ndrangheta e droga: Puntorno condannato a 6 anni e 6 mesi
Cinque gli agrigentini coinvolti nel maxi processo Rinascita Scott: 2 condanne e 3 assoluzioni (NOMI)
Due condanne e tre assoluzioni. Si chiude così il primo capitolo giudiziario per i cinque agrigentini coinvolti nel maxi processo “Rinascita Scott”, scaturito dall’omonimo blitz scattato il 19 dicembre 2019, che ha fatto luce sugli interessi, i traffici e le collusioni della cosca Mancuso e degli atri clan di Ndrangheta della provincia di Vibo Valentia. Sei anni e sei mesi di reclusione sono stati inflitti ad Andrea Puntorno, 46 anni di Agrigento; quattro anni di reclusione, invece, a Bruno Di Maria, 59 anni di Porto Empedocle. Tre gli agrigentini assolti: Giuseppe Di Maria, 56 anni; Calogero Rizzo, 53 anni, ex carabiniere di Raffadali; Patrizia Fiorillo, 51 anni, compagna di Puntorno.
Secondo gli inquirenti Puntorno e gli altri avrebbero costituito un gruppo di riferimento della cosca di Zungrì nella “piazza” di spaccio di Agrigento, destinataria di diverse forniture da parte di Gregorio Niglia, alias “Lollo”, ritenuto esponente della cosca di Zungri guidata dal boss Accorinti, così rappresentando per l’associazione uno stabile e costante canale di smercio dello stupefacente. (Quasi) tutti nomi “conosciuti” alla Dia di Agrigento che, nel marzo 2019, eseguì l’operazione “Kerkent” contro il clan Massimino individuando e scoprendo il “canale calabrese” di approvvigionamento della droga. Nel processo Kerkent, sia Puntorno che Rizzo sono stati condannati a 4 anni di reclusione.
Regge in buona parte dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, l’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro nel maxiprocesso Rinascita Scott. Oltre 600 gli avvocati impegnati nel collegio di difesa di un processo preso il via dopo il blitz nella notte del 19 dicembre 2019. Il processo e’ iniziato nel gennaio del 2021 nell’aula bunker dell’area industriale di Lamezia Terme (Cz). I giudici hanno chiuso l’istruttoria dibattimentale neii primi di ottobre, con una camera di consiglio andata quindi avanti per oltre un mese. I giudici – presidente Brigida Cavasino, a latere i giudici Germana Radice e Claudia Caputo – per la camera di consiglio sono stati ospitati in locali della scuola di Polizia a Vibo Valentia per non avere contatti con alcuno. L’inchiesta e’ stata coordinata dalla Dda di Catanzaro con l’ormai ex procuratore Nicola Gratteri, ora a Napoli, e i pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso. Oltre 50 i collaboratori di giustizia escussi nel processo durante quasi due anni di dibattimento. Sul “campo” l’inchiesta e’ stata condotta principalmente dai carabinieri del Ros di Catanzaro e di Roma, oltre ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia.