Agrigento

Servizio idrico, dichiarato il fallimento di Girgenti Acque e Hydortecne

Il Tribunale ha dichiarato il fallimento di Girgenti Acque spa e di Hydortecne srl

Pubblicato 3 anni fa

La quarta sezione civile e fallimentare del Tribunale di Palermo, presieduta dal giudice Giovanni D’Antoni, ha dichiarato il fallimento di Girgenti Acque spa e di Hydortecne srl con provvedimento del 4 giugno scorso. Contestualmente sono stati stati nominati il giudice delegato Vittoria Rubino e i curatori fallimentari Giovanni Battista Coa, Filippo Lo Franco e Vittorio Viviani. Questi ultimi si occuperanno della ricostruzione dell’attivo e del passivo fallimentare. Alla base della decisione – come sottolineato nella relazione depositata dal commissario giudiziale Aurelio Mirone – l’impossibilità “di conseguire il riequilibrio economico dell’impresa tramite un programma di ristrutturazione” e la “esclusa percorribilità di un programma di cessione dei complessi aziendali”.

La circostanza è una normale conseguenza della risoluzione della convenzione di gestione tra Ati e Girgenti Acque, quest’ultima nel frattempo gestita dai commissari nominati dalla Prefettura. L’Ati, con una nota del dicembre 2020, ha comunicato di non voler procedere al trasferimento del ramo d’azienda dell’ex gestore e che dunque non prevede di ricorrere ad alcuna forma di “cessione” del rapporto ma ad un nuovo affidamento che, per l’indisponibilità dell’unico soggetto interlocutore, rende impossibile qualsiasi ipotesi di riequilibrio economico dell’impresa. 

Il Tribunale rileva: Che il commissario giudiziale ha rappresentato l’indisponibilità di somme necessarie per la procedura, attesa da un lato la posizione assunta dall’Ati rispetto alla non decenza dell’indennizzo di fine rapporto e, dall’altro, considerata la mancanza di provvedimenti giudiziari che abbiano anche provvisoriamente accertato la fondatezza delle sia pur ingenti richieste risarcitorie della società nei confronti dell’Ati.” Risulta, dunque, accertata l’impossibilità di una concreta ipotesi di ristrutturazione o di riequilibrio economico tramite cessione dei complessi aziendali così come lo stato di insolvenza già dichiarato dal Tribunale lo scorso marzo. Il fallimento – fino al passato definitivo al nuovo gestore idrico – non determina comunque la cessazione della gestione del servizio che verrà portato avanti dal commissario Prefettizio. Quest’ultimo, tuttavia, potrà gestire il servizio idrico integrato utilizzando le entrate correnti mediante una contabilità separata ed interloquendo costantemente con gli organi della procedura fallimentare.

La reazione dell’ex commissario prefettizio Dell’Aira.La posizione di chi sponsorizza certe iniziative credo vada riassunta con un termine “canoro”:…..se commissariando io potessi….” Lascio ad ognuno l’identificazione dell’io. Debbo solo constatare che il contratto con Girgenti fu a suo tempo sottoscritto da un commissario, così come l’eventuale costituzione dell’azienda consortile ancora oggi dipende da una Commissaria. Frattanto due Commissari hanno garantito per due anni e mezzo, nel bene o nel male, che il servizio  proseguisse, disperatamente cercando di far cessare gli evidenti abusi legati allo spezzatino di chi dovrebbe rifornire d’acqua la provincia. Ma mentre Voltano prosegue imperterrito la sua attività contra legem, il Tre Sorgenti, condannato da mesi a riconsegnare gli impianti ai Commissari del Prefetto, e’ stato, neanche a dirlo, anche lui commissariato da un Assessore regionale, ovviamente agrigentino, al pur non esplicitato fine di consentirgli di continuare ad assetare tanti comuni. Poi e’ arrivata una inconcepibile ammissione delle due società interdette antimafia alla procedura di amministrazione straordinaria per imprese in crisi, chiaramente non praticabile, ma idonea a consentire che sulla scena irrompesse altro Commissario, di provenienza catanese, ma dotato della qualità  di giudiziale, il quale come primo atto ha suggerito al Tribunale fallimentare di Palermo di commissariare i commissari prefettizi, soggiogandone le decisioni, per legge riservate invece alla loro esclusiva governance, alla sua volonta, espressa ovviamente dalle lontane stanze nella Sicilia orientale. Ma non era sufficiente: per cui essendo da anni palese che le società, nello assordante silenzio di creditori pubblici e privati che da anni avrebbero titolo a riscuotere più di 90 milioni di euro, fossero inevitabilmente destinate al fallimento ecco l’ultimo ritrovato odierno.  La nomina di ben tre curatori che dovranno a loro volta controllare quanto farà il Commissario prefettizio superstite (io disgustato di questo andazzo mi sono dimesso da un mese!) nella gestione del servizio, resistendo alle istanze di chi vorrà vendergli le sedie, i tavoli, i computer, i mezzi e così via!Non riesco ad immaginare cosa potrà succedere ai poveri utenti della provincia: credo solo che alla fine chi e’ in buona fede, e so che sono tanti, finirà per rimpiangere la gestione prefettizia, sollecitando magari quel che non si nega a nessuno: la nomina di un generale che metta in riga tanti commissari!”

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