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Strage di Licata, parla la moglie del killer: “Ho paura per quello che potrebbe accadere”

Parla Mariella Cammilleri, la moglie di Angelo Tardino, l'uomo che due giorni fa ha sterminato la famiglia del fratello

Pubblicato 2 anni fa

Dolore e paura. Lo stato d’animo di Mariella Cammilleri, moglie di Angelo Tardino, l’autore della strage di Licata culminata con lo sterminio dell’intera famiglia del fratello Diego, è attraversato da questi due sentimenti. Una donna provata, occhi smarriti e sguardo immerso nel vuoto. Per la prima volta rompe il silenzio. A raccogliere le sue parole sono stati i quotidiani La Sicilia e La Repubblica. 

La donna racconta visibilmente provata tutte le fasi successive alla strage, la telefonata del marito, lo stupore nell’apprendere che aveva ucciso anche i due figli minorenni. “Che c’entrano i bambini? dice al marito, vieni a casa, ti perdono”.

Mariella è stata la prima persona a sapere della strage. Il marito Angelo la chiama al cellulare dopo aver appena ucciso il fratello Diego, la cognata Angela Alexandra, e i nipotini Alessia e Vincenzo: “Li ho ammazzati tutti”.

E sempre Mariella è stata la prima persona a lanciare l’allarme ai carabinieri recandosi anche in caserma. La donna ha lasciato l’abitazione dove fino a pochi minuti prima della strage abitava insieme a tutta i familiari del marito. “Non so più ciò che potrebbe accadere, ho paura” ha spiegato. 

Poi prova a riavvolgere il nastro raccontando il rapporto tra il marito ed il fratello, la miccia che avrebbe poi scatenato la furia omicida di Angelo Tardino: “Mio marito aveva invidia verso il fratello e avevano avuto litigi dovuti all’eredità di un terreno. Mio cognato ebbe la porzione di terreno che dà sulla strada mentre ad Angelo quello meno accessibile. Da lì sono iniziate le prime discussioni. Ma non c’erano mai stati segnali che potessero alimentare tali preoccupazioni altrimenti sarei andata immediatamente dai carabinieri e gli avrei fatto sequestrate le armi che teneva e usava esclusivamente per fini sportivi”.

Anche le case avute in dono dal padre per i due fratelli sono state oggetto di contese. Mariella Cammilleri si sbilancia: “Mio marito ha odiato suo fratello”.

Poi, il tema cruciale che avrebbe provocato la strage. Un terreno, due ettari complessivamente coltivati a primizie, ortaggi, pomodori, che sei anni fa, per volontà del padre venne loro donato in parti uguali. Ma con una dimenticanza, precisa la donna. Una “dimenticanza” che per Angelo Tardino è stata una beffa, un affronto.
Afferma Mariella Cammilleri: “Mio cognato ebbe la porzione di terreno che dà sulla strada. A mio marito quella meno accessibile. Mio suocero, per dimenticanza, non fornì di accesso la particella di mio marito. E sono iniziate le prime discussioni. A nulla è valsa la proposta di mio cognato che si disse disponibile di dare tre metri di strada a mio marito. Questi tre metri di strada servivano a poco perché mio cognato Diego parcheggiava i mezzi, anche pesanti, in modo tale da non consentire a mio marito di entrare ed uscire dal suo capannone. Inevitabilmente, le discussioni sull’accesso negato sono diventate più accese”.
E nascevano anche le ripicche. Questa volta è Angelo, l’assassino, che rendeva pan per focaccia al fratello. E’ capitato per l’uso di una stradella che attraversa i due terreni adibiti a serre della quale la vittima voleva il diritto di passaggio. Ricorda Mariella Cammilleri: “Mio marito diceva al fratello: quella stradella è solo mia”.

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