Strage di Ravanusa, si scava anche di sera e nei giorni festivi per arrivare alla verità

Si scava anche la sera a Ravanusa, aiutati dalla luce artificiale delle fotoelettriche dei  Vigili del fuoco.

La Procura della Repubblica di Agrigento capeggiata da Luigi Patronaggio, che sul disastro di Ravanusa dell’11 dicembre scorso, una terribile esplosione che ha sventrato un intero isolato, sbriciolando interi palazzi e provocato la morte di nove persone (ed un bimbo che doveva nascere quattro giorni dopo) ha creato un apposito pool di pubblici ministeri guidati dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Sara Varazi e Chiara Bisso, vuole anticipare i tempi per arrivare nel modo migliore possibile ad accertare la causa che ha dato origine alla tragedia.

Stasera, ad esempio, il sopravvento del buio non ha bloccato gli accertamenti irripetibili disposti dai Pm e usando fotoelettriche hanno continuato a scavare con il chiaro intento di arrivare a capire del perché si è formata quella micidiale bolla gravida di metano che ha determinato il tremendo scoppio. Non viene scandagliata la sola conduttura del gas ma anche quelle dell’energia elettrica e dell’acqua alla ricerca di una perdita o lesione che possa far individuare l’origine della fuoriuscita del gas.

 Ieri è stato individuato un tratto di tubazione proprio nella via Trilussa, luogo della tragedia, che è stato messo sotto pressione per verificarne la tenuta con l’inserimento di gas inerte e gas etilico che potrebbero segnalare la presenza di falle nella condotta e individuare eventuali punti deboli tali da consentire la fuoriuscita di metano.

In azione non ci sono solo gli inquirenti, le forze dell’ordine, i consulenti della Procura e la Protezione civile ma anche gli avvocati dei dieci indagati (tecnici e dirigenti di Italgas reti spa) e i loro consulenti nonché legali e consulenti delle parti civile. Domani, giornata di festa, si continuerà a scavare per cercare e trovare quegli elementi necessari per arrivare alla verità.