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Usura ed estorsione a Canicattì: fermati due fratelli (ft e vd)

di Giuseppe Castaldo e Irene Milisenda Blitz congiunto dei Carabinieri della Compagnia di Canicattì, agli ordini del capitano Luigi Pacifico, e della Squadra Mobile di Agrigento guidata dal vicequestore Giovanni Minardi. In manette – raggiunti da provvedimento di fermo firmato dal pm Elenia Manno – sono finiti i fratelli canicattinesi Antonio e Giuseppe Maira, 69 […]

Pubblicato 4 anni fa

di Giuseppe Castaldo e Irene Milisenda

Blitz congiunto dei Carabinieri della Compagnia di Canicattì, agli ordini del capitano Luigi Pacifico, e della Squadra Mobile di Agrigento guidata dal vicequestore Giovanni Minardi. In manette – raggiunti da provvedimento di fermo firmato dal pm Elenia Manno – sono finiti i fratelli canicattinesi Antonio e Giuseppe Maira, 69 e 64 anni, accusati di usura ed estorsione aggravata. 

Il fermo si è reso necessario perché era concreto e reale il pericolo di fuga dei due indagati. L’attività di indagine, supportata da attività tecnica di intercettazione e servizi di pedinamento, scaturisce dalla denuncia di un piccolo imprenditore che, dopo due anni di soprusi, ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, raccontando agli investigatori che nel 2016, in un momento di difficoltà economica, ottenne 25mila euro in contanti da uno dei fratelli, dietro la promessa di restituzione di 2.500 euro mensili, imputabili quali interessi, senza la fissazione di un termine per la restituzione del capitale. Lo scorso febbraio, dopo avere già consegnato agli usurai circa 80mila euro, la vittima, resasi conto di non poter più far fronte ai pagamenti, decise, in un primo tempo di rivolgersi alle forze dell’ordine, e poi di far perdere le proprie tracce insieme alla propria famiglia.

Le indagini, spiegano gli investigatori, hanno fatto emergere non solo “le condotte usurarie poste in essere dagli indagati, ma anche lo stato di vero e proprio terrore in cui versava l’intero nucleo familiare dell’estorto”. Si era, infatti, diffusa la notizia che i due fratelli, con la pretesa di ulteriori 40mila euro, fossero già alla ricerca dell’imprenditore sparito. “Il tutto dietro gravi minacce, supportate da particolare pedigree criminale dei due fratelli”, dicono carabinieri e polizia.

Tre gli episodi di usura contestati dagli inquirenti ai due fratelli che, proprio ieri, erano in Tribunale perché già sotto processo per usura ad Agrigento. Contestate anche le aggravanti. Una delle vittime, a cui i due avevano di fatto svuotato conti e dignità, è addirittura fuggita al nord Italia per sfuggire alle continue minacce rivolte anche ai familiari.

“Le forze dell’ordine sono al fianco dei cittadini – hanno spiegato i due comandanti – e per questo invitiamo a denunciare perché possiamo aiutarvi.” In effetti l’usura, oltre ad essere un reato particolarmente fastidioso che ha impatto immediato nella vita quotidiano di una persona, è anche molto difficile da scovare.

A testimoniarlo anche i dati impietosi come spiegato dal capo della Procura agrigentina Luigi Patronaggio che ha sottolineato:
La Sicilia ha un indice rischio di usura pari al 78 %, ci sono province fra cui quella di Agrigento che vengono colpite in maniera allarmante. Ma ci sono paesi della provincia come Canicatti’ e Licata ad esempio che vengono colpiti in maniera ancora piu’ allarmante. A fronte di questi dati, negli ultimi 5 anni in questa Procura, si sono registrati soltanto 33 processi per usura a carico di noti e 45 a carico di ignoti. Sono numeri assolutamente ridicoli e questo perche’ sono pochi quelli che denunciano”.

Le indagini, comunque, proseguono. Gli investigatori, infatti, durante una perquisizione in casa degli indagati hanno rinvenuto e sequestrato il “libro mastro” e alcuni pizzini con interessanti dati che sono già al vaglio degli inquirenti. 

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