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Bivona, Panepinto: “intitolare istituto comprensivo anche a Provvidenza Rumore”

A lanciare la proposta è Giovanni Panepinto, presidente della Smap

Pubblicato 4 mesi fa

“Alla luce dell’accorpamento delle scuole per effetto del dimensionamento scolastico, ritengo positiva la proposta, emersa durante un incontro tra sindaci e dirigenti scolastici e rappresentata nei giorni scorsi dalla dirigente scolastica Maria Rosaria Provenzano, del cambio di intitolazione dell’istituto comprensivo dei Monti Sicani da ‘Alessandro Manzoni’ a ‘Lorenzo Panepinto’, fondatore del Fascio siciliano ucciso il 16 maggio 1911. Il mio suggerimento è quello di cogliere l’occasione per intitolare l’istituto comprensivo anche a Provvidenza Rumore, contadina di Santo Stefano Quisquina, coraggiosa testimone al processo per l’omicidio mafioso di Lorenzo Panepinto, alla quale è stato dedicato il film ‘La storia vergognosa’. Una figura che merita di essere ricordata alle giovani generazioni del nostro territorio e l’intitolazione di un’istituzione scolastica a Provvidenza Rumore insieme a Lorenzo Panepinto sarebbe certamente un segno importante in sua memoria”. A lanciare la proposta è Giovanni Panepinto, presidente della Smap

1 commenti
Un pensiero su "Bivona, Panepinto: “intitolare istituto comprensivo anche a Provvidenza Rumore”"
  1. Alfonso Leto ha detto:

    Leggo del suggerimento di Giovanni Panepinto, presidente della Smap, di intitolare il nascente Istituto Comprensivo dell’area Magazzolo Platani a Provvidenza Rumore, la donna che nel 1914 fu testimone di accusa contro l’imputato Giuseppe Anzalone, che fu poi scagionato.
    Sinceramente io farei molta più attenzione alle fonti storiche, prima di dare alla Rumore patente di eroina coraggiosa (ma inascoltata) di un processo molto complesso che partiva già con la costituzione di un capro espiatorio che vedeva nell’Anzalone il killer di Lorenzo Panepinto.
    Forse l’Anzalone fu -si- “reo” di essere una figura in vista dell’agiata borghesia agraria lercarese e del latifondo (nonché figlioccio del ministro Finocchiaro Aprile), ma di sicuro il suo profilo è proprio fuori dal quello del killer (semmai più quello del mandante) e che la sera che precedette l’omicidio aveva dato bella mostra di se nella pubblica piazza di S.Stefano Quisquina con esternazioni plateali contro il socialismo e i socialisti.
    Che killer sarebbe quello che, programmando un’uccisione di un personaggio eccellente come Panepinto, dà mostra di sè dicendo di avercela con i socialisti e per primo con quel Panepinto, che sarebbe prossimo a far fuori? (sentimento di odio che condividevano in molti, tra i borghesi rurali del tempo).
    Basta leggere (con attenzione) gli atti del processo pubblicati dall’istituto Gramsci siciliano nel 1990, con la meticolosa ricostruzione documentale che ne fa Stefano Centinaro, per comprendere che Provvidenza Rumore potrebbe aver fatto parte di quel sistema di depistaggio che cercava di allontanare dalle indagini i veri mandanti ed esecutori dell’omicidio di Lorenzo Panepinto. Di sicuro abbiamo una sola certezza: quella di non averne!
    Una prova? Questa: il processo vide altri testimoni (oltre la Rumore), fra questi la signora Rosalia Guggino, anche lei di S.Stefano Quisquina, che riferì (in istruttoria) che la sera dell’omicidio “intese un fischio acuto, dopo il fischio le fucilate, e che a fischiare era stato un ragazzo su invito di Felice Leto”. Chi era Felice Leto? Era il presidente della Cassa Rurale Cattolica: a capo degli ambienti ostili alla Lega socialista e alla fondazione della cooperativa agraria fondata da Panepinto che veniva a ledere direttamente gli interessi del Leto.
    Non voglio farla lunga e non voglio nemmeno gettare discredito su una testimonianza processuale (anche se conclusasi con l’assoluzione dell’accusato); ma dalle accurate letture non si evincono certezze inoppugnabili sul valore da dare alla testimone Rumore e alla sua testimonianza al punto da considerarla degna di dare il suo nome ad una scuola pubblica. Invito semmai, chi volesse, a leggere con cura e attenzione gli atti di quel processo davvero amaro! Dirò solo che, a differenza della Rumore, dopo la prima deposizione, la Guggino sparì nel nulla: non la fecero arrivare nemmeno a processo e la figlia (che ancora mi sovviene, già anziana nei miei ricordi d’infanzia) ne pianse e ne testimoniò la scomparsa per tutta la vita.
    Serve altro per dedurre quale tra le due deposizioni/testimonianze fosse quella che destava più timore negli ambienti criminali che avevano per davvero programmato e attuato l’assassinio e che cercarono, riuscendovi, a depistare il processo? Quella della Rumore, che testimonia vistosamente al processo, o quella della più modesta Guggino che non si sottrae a riferire al commissario cio che sa, ma che viene eliminata prima di portare quella testimonianza al processo?
    Siamo sicuri che quel coraggio che viene attribuito alla Rumore, nell’aver testimoniato contro un personaggio che sarà poi scagionato da ogni accusa, non sia stato in realtà dettato dalla paura, dall’istigazione, perché i veri colpevoli ne rimanessero fuori?
    Per concludere, non azzardandomi a dire altro, e lasciando a ciascuno pensarla come meglio crede, tornerei ai criteri di una titolazione certa di un istituto comprensivo di 5 comuni, che deve essere basato sulla certezza del valore civile del nome che sia espressione di una identità condivisa. E Lorenzo Panepinto, senza tema di smentite, non fu solo un leader storico del socialismo italiano e dei Fasci siciliani dei lavoratori, fu un intellettuale e una dei più appassionati promotori della scuola popolare italiana. Quella che altri, a poco a poco, stanno impoverendo.

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