Canicattì

Carenze all’Ospedale di Canicattì, il Comitato civico scrive al Ministero della Salute

Dopo vari appelli alle istituzioni locali, all'Asp di Agrigento, il comitato civico pro ospedale ha scritto una lettera al Ministero della Salute

Pubblicato 2 anni fa

Il comitato civico pro Ospedale di Canicattì ritorna sulle vistose e consistenti carenze dell’Ospedale Barone Lombardo, a danno  della Tutela della Salute nell’area del Distretto Socio-Sanitario 3 – Comuni di Canicattì, Camastra,  Campobello di Licata, Castrofilippo, Grotte, Naro, Racalmuto, Ravanusa. Il comitato nei giorni scorsi ha scritto una missiva al Ministero della Salute chiedendo un intervento urgente al fine di garantire la giusta sanità ospedaliera ed extra-ospedaliera, ed assicurare la tutela della salute ai cittadini al fine di affermare la ragione e l’interesse pubblico.

L’Ospedale di Canicattì non è nelle condizioni di assicurare la tutela ed assistenza sanitaria richiesta. Il 34% dei Cittadini si cura fuori provincia e regione;non vi sono i reparti e medici di ortopedia e traumatologia, è chiuso il reparto di psichiatria, non vi è più l’ambulatorio di neurologia operativo per più anni passati;  e di recente è stato chiuso il reparto di chirurgia per mancanza di medici, come si denota la mancanza di medici nei reparti di cardiologia, ostetricia-ginecologia, oncologia, medicina generale, lungodegenza, neonatologia, pediatria, pronto soccorso, ecc.. Nel comprensorio/distretto di Canicattì, quindi il rapporto medici ospedalieri/abitanti si attesta a 0,5 ogni mille abitanti (neanche nei paesi africani o sudamericani vi è un rapporto del genere); l’ASP non è in grado di garantire neanche l’1 ogni mille determinato nell’Atto aziendale del 28/12/2021; nei fatti andrebbero a norma assicurati i 2 medici ogni mille abitanti”, si legge nella lettera del comitato che da anni si è rivolta ai Sindaci del Distretto, affinché esercitassero per la funzione e compiti che sono a loro demandati a farsi carico dei problemi, inviti che “sono rimasti inascoltati e neanche suscita in loro l’impegno. L’ASP Provinciale ignora, non considera gli appelli,  e prende tempo da svariati anni. Ai Cittadini ed Associazioni, è comprovato, non viene consentita neanche la partecipazione – diritto conclamato – al dialogo, alla consultazione pubblica”.


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