Canicattì

“L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30anni dopo”, il testo di Claudio Fava al Teatro sociale di Canicattì

A Canicattì venerdì 22 aprile alle 20,45, al teatro Sociale.

Pubblicato 2 anni fa

Trent’anni dopo le stragi di Cosa Nostra e la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Claudio Fava ripercorre i loro ultimi mesi di vita con un testo scritto come diario civile di due uomini, prima ancora che di due eroi. “L’ultima estate”, per la regia di Chiara Callegari e con Simone Luglio e Giovanni Santangelo, produzione del Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Chinnicchinnacchi Teatro e Collegamenti Festival, torna a Canicattì venerdì 22 aprile alle 20,45, al teatro Sociale.

Il progetto ripercorre come stazioni della via crucis fatti noti e meno noti, pubblici e intimi, per raccontare fuori dalla cronaca e lontano dalla commiserazione la forza di quegli uomini, la loro umanità, il loro senso profondo dello Stato, ma anche l’allegria, l’ironia, la rabbia e soprattutto la solitudine a cui furono condannati. Raccontare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella dimensione più autentica e quotidiana, insomma, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani. 

«L’ultima estate – scrive la regista Chiara Callegari nelle sue note – è un mosaico di eventi, un delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti, per una volta sottratti alle ritualità e alle mitologie, si interrogano e si raccontano, si confrontano tra loro e con lo spettatore, portandolo a rivivere momenti fondamentali della loro amicizia, oltre che della storia di questo Paese. Si parte dalla fine. Dalla loro morte. In scena la macchina da scrivere, i faldoni, le sedie, le giacche, l’ufficio in cui tutto è iniziato. Due attori ed elementi scenici ridotti all’essenziale, perché padrona della scena deve essere la parola. Parole recitate, confidate a un microfono, affidate ai tasti di una macchina da scrivere, riprodotte da un registratore, a volte ridotte al silenzio di fronte ai ricordi. Un viaggio nel tempo con due guide d’eccezione e una domanda sospesa: quale parte tocca a noi, adesso?».

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