Canicattì

Omicidio Lauricella, il figlio dell’imputato in aula: “Problemi nati quando abbiamo deciso di sposarci”

Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima

Pubblicato 3 anni fa

In aula è comparso sul banco dei testimoni Antonio La Lomia, figlio dell’imputato, che rispondendo alle parti ha in qualche modo delineato il contesto in cui è maturato l’omicidio: “I rapporti tra le nostre famiglie erano ottimi, i genitori si scambiavano gli auguri e in qualche cerimonia erano stati insieme. Quando io e Clara abbiamo deciso di sposarci, dopo sei anni di fidanzamento, sono nati i problemi.”

Il figlio dell’imputato ha proseguito: “Quella mattina (30 maggio) la mia ex fidanzata mi chiamò due volte per dirmi che c’era la mia famiglia che inveiva contro la sua e che mio padre aveva appena investito suo padre e tentato di colpire anche lei”.

Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò: La Lomia prima prese a bastonate il consuocero e, dopo essere salito a bordo del suo Fiat Doblò, lo investì schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia. 

La vicenda, come ricostruito nel provvedimento, parte da lontano e precisamente dal giorno in cui si è programmato il matrimonio tra il figlio dell’indagato e la figlia della vittima. Da quel momento è cominciato un vero incubo per la famiglia con minacce e insulti sempre più frequenti e che hanno trovato l’incredibile epilogo lo scorso 30 maggio. La Lomia fu arrestato qualche giorno più tardi dai poliziotti del commissariato di Canicattì agli ordini del dirigente Francesco Sammartino.

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