Fisco: false fatture e società fantasma, 12 indagati
Disvelato un complesso sistema di frode fiscale attuato mediante la creazione di numerose imprese specializzate nell'illecita somministrazione di manodopera a favore della societa' "capofila"
I finanzieri del Comando provinciale di Catania hanno eseguito il sequestro preventivo di oltre 3,8 milioni di euro nei confronti di una società leader nel settore della logistica catanese. Il provvedimento riguarda complessivamente 12 indagati per emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo delle fatture, omesso versamento Iva e bancarotta fraudolenta.
Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania sono partite dall’approfondimento della posizione di alcune aziende somministratrici di manodopera, poste in liquidazione giudiziale per ingenti debiti erariali e previdenziali. L’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla Messaggerie logistica Sicilia Srl, con sede nella zona industriale di Catania, affidataria di servizi di logistica da parte di rilevanti aziende operanti nella Grande distribuzione organizzata della Sicilia e sul reticolo di imprese che operavano in sub appalto. Gli approfondimenti eseguiti avrebbero disvelato un complesso sistema di frode fiscale attuato mediante la creazione di numerose imprese specializzate nell’illecita somministrazione di manodopera a favore della societa’ “capofila” da utilizzare per assicurare i servizi di logistica appaltati.
Nel dettaglio, Messaggerie logistica Sicilia Srl, priva di maestranze o con un numero esiguo di dipendenti, prevalentemente con mansioni amministrative, per l’esecuzione dell’appalto, avrebbe esternalizzato la forza lavoro, ricevendo nel tempo “servizi di manodopera” dalle altre societa’ ‘serbatoio’ coinvolte nella frode, formalmente autonome, ma di fatto riconducibili a un unico soggetto. In tal modo, queste ultime si sarebbero caricate dei debiti erariali e previdenziali, mai versati, connessi al personale alle loro dipendenze e alla fatturazione dei servizi di manodopera “resi”, mentre la “capofila”, destinataria delle fatture per operazioni inesistenti, avrebbe potuto operare senza sostenere l’intero peso dei costi di lavoro dipendente, garantendosi inoltre la maturazione di ingenti crediti Iva non spettanti. All’interno del meccanismo avrebbero operato otto società costituite sotto forma di società cooperativa o di capitali che si sono progressivamente avvicendate, trasferendo la manodopera dall’una all’altra e omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e dei contributi. Quanto alla regia unica, sarebbe stato appurato che il centro nevralgico del sistema di frode sarebbe da ricondurre alla società “filtro” Messaggerie logistica Sicilia. Gli stessi dipendenti avrebbero dichiarato che i formali amministratori delle imprese presso cui erano assunti non avrebbero esercitato alcun potere direttivo o organizzativo in ordine alle loro mansioni e non avrebbero apprestato alcuna reale organizzazione di mezzi per l’esecuzione dei lavori formalmente loro affidati.
I contratti di appalto di servizi sono stati qualificati come simulati, in quanto diretti a celare una mera fornitura di prestazione lavorativa da parte delle società “serbatoio”, comportando un giro di fatture per operazioni inesistenti, nel complesso, pari a oltre 22 milioni di euro e un’Iva indebitamente detratta per 3,8 milioni di euro.