Catania

Polizia controlla stabilimento balneare: denunce e multe

La task force, il cui obiettivo è quello di verificare le autorizzazioni previste per la vendita degli alimenti

Pubblicato 22 minuti fa

La Polizia di Stato ha coordinato un’attività di controllo attuata dalla task force presso uno stabilimento balneare di Aci Castello. Il controllo è stato effettuato dall’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, che ha operato congiuntamente ai poliziotti della Divisione anticrimine, al personale del Corpo forestale della Regione Sicilia, dell’Ispettorato territoriale del lavoro e ai medici e ai tecnici del Dipartimento di prevenzione veterinaria – Servizio di Sanità pubblica veterinaria, Dipartimento di prevenzione – Spresal dell’Asp di Catania.

La task force, il cui obiettivo è quello di verificare le autorizzazioni previste per la vendita degli alimenti, la tracciabilità dei prodotti alimentari offerti al pubblico, la regolarità delle posizioni lavorative e le condizioni di sicurezza sugli ambienti di lavoro, ha denunciato a piede libero il titolare del lido, ha accertato alcune irregolarità amministrative, ha contestato sanzioni per un ammontare di oltre 5.000 euro e ha proceduto al sequestro di 63 chili di alimenti distrutti sul posto perché non idonei al consumo umano.

In particolare, lo Spresal ha deferito all’Autorità giudiziaria il titolare dello stabilimento balneare per la violazione degli obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza in quanto mancava un locale adibito a spogliatoio per i dipendenti; per questo motivo, inoltre, è stata elevata una sanzione amministrativa di 1.708 euro.

All’interno del lido, i medici del Servizio veterinario hanno riscontrato la presenza di precarie condizioni igienico-sanitarie e la mancanza delle procedure di autocontrollo Haccp, contestando una sanzione dell’importo di 2.000 euro.

Sempre i medici dell’Asp, unitamente al personale del Noras del Corpo Forestale, hanno sequestrato circa kg 63 di alimenti di origine animale e vegetale poiché privi di tracciabilità, distruggendoli sul posto in quanto giudicati non idonei al consumo umano. Per tale ragione è stata elevata un’ulteriore sanzione di 1.500 euro.

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