Ricercatori, Cga rimette in discussione un concorso bandito oltre 15 anni fa
Si riapre il caso del concorso per un posto di ricercatore universitario in Botanica ambientale (settore BIO/03) presso l’Università degli Studi di Catania
Si riapre il caso del concorso per un posto di ricercatore universitario in Botanica ambientale (settore BIO/03) presso l’Università degli Studi di Catania, bandito originariamente nel lontano 2010. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), con una recente sentenza del 29 ottobre 2025, ha accolto l’appello proposto dall’Ing. B.G, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ribaltando la precedente decisione del T.A.R. Sicilia.
La controversia nasce da un ricorso proposto avverso gli esiti di tale concorso. Dopo oltre un decennio di sentenze che avevano annullato gli atti della procedura e imposto il ripristino della legalità — inclusa la nomina di una commissione del tutto nuova tramite sorteggio nazionale — l’Ateneo catanese si è trovato al centro di una fitta sequenza di dimissioni di commissari e nuovi sorteggi (proseguiti fino al 2025).
Di fronte a quella che appariva come un’inerzia o una resistenza amministrativa nel dare corretta esecuzione ai precedenti ordini dei giudici, l’Ing. B.G. ha presentato un ricorso per ottemperanza, chiedendo al T.A.R. di verificare se gli atti dell’Università fossero elusivi dei giudicati già formati.
Nel marzo 2025, il T.A.R. Catania aveva dichiarato inammissibile il ricorso, sostenendo che l’Ing. B.G. non avesse un “interesse attuale” a impugnare atti intermedi come la nomina della commissione.
Tuttavia, il CGA ha ribaltato tale interpretazione. accogliendo le tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia, i giudici d’appello hanno rilevato che il Tribunale di primo grado ha “deciso altro” rispetto a quanto richiesto: invece di verificare se l’amministrazione avesse finalmente rispettato le sentenze passate in giudicato, si è limitato a un’analisi tipica dei normali ricorsi di annullamento.
Con questa pronuncia, il CGA ha chiarito che quando un cittadino chiede l’ottemperanza di una sentenza, il giudice ha il dovere di entrare nel merito della conformità degli atti amministrativi rispetto al comando giudiziale. Non si può invocare l’”alea concorsuale” per negare giustizia a chi, da anni, attende che un concorso pubblico venga svolto secondo le regole dettate dai tribunali.
Per effetto della sentenza del CGA, il TAR Catania dovrà pronunciarsi sul merito del ricorso, esaminando le censure relative alla mancata corretta esecuzione delle pronunce passate in giudicato.






