Agrigento

“Abbattete il Ponte Morandi di Agrigento”: appello di Tusa, Sgarbi e Carandini

“Al mostro tremano le gambe, abbattetelo!” Sebastiano Tusa, assessore regionale ai beni culturali e all’identità siciliana, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il presidente del Fai, Andrea Carandini, hanno scelto TourismA, il salone internazionale dell’archeologia e dei beni culturali di Firenze, in corso al Palazzo dei Congressi, per lanciare il loro appello per l’abbattimento del […]

Pubblicato 5 anni fa

“Al mostro tremano le gambe, abbattetelo!” Sebastiano Tusa, assessore regionale ai beni culturali e all’identità siciliana, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il presidente del Fai, Andrea Carandini, hanno scelto TourismA, il salone internazionale dell’archeologia e dei beni culturali di Firenze, in corso al Palazzo dei Congressi, per lanciare il loro appello per l’abbattimento del Viadotto Morandi di Agrigento. Chiuso dal 2017 per la precarietà dei piloni, il suo restauro costerebbe 30 milioni di euro, A TourismA è stata proposta una soluzione di viabilità alternativa che possa finalmente liberare Agrigento. I fatti di Genova, hanno riaperto la ferita dentro i siciliani che nel ’70 videro la nascita di questo ecomostro, in una città già martoriata dal cemento. E il ponte è un’orrenda cicatrice, prima di tutto per lo sfondo paesaggistico del Parco Valle dei Templi. “La recente tragedia di Genova – commenta l’assessore Tusa – ha scosso le coscienze di gran parte degli Italiani di fronte all’impossibilità di accettare che in un paese tecnologicamente avanzato si muoia per l’incuria e la disorganizzazione di vasti settori dell’apparato statale e privato che non riescono ad effettuare normali controlli e ordinaria manutenzione. Ha scosso anche la coscienza di tanti siciliani che, in virtù della tragedia genovese, hanno rivissuto i tragici giorni della frana di Agrigento che dal 19 luglio del 1966 cambiò il volto della città dei templi innescando una serie infinita di battaglie politiche e giudiziarie. In tale contesto rivive anche la memoria delle polemiche che insorsero quando nel 1970 venne costruito il viadotto che collega la città con il quartiere di Villa Seta su progetto del medesimo ingegnere Riccardo Morandi. Opera ritenuta utile per collegare gli sfollati della frana alla città, ma offensiva del paesaggio della città antica con la sua splendida collina dei templi. Da allora molti, definirono l’opera un ”abuso di Stato” ben più grave ed invasivo delle decine di abusi edilizi privati perpetrati nella valle”. 
Oggi la spesa, prevista per la sua ristrutturazione, si aggirerebbe sui 30 milioni di euro. Ci sono valide soluzioni alla viabilità alternative secondo il presidente Fai Carandini e comunque “la vera ricchezza di quel luogo è il paesaggio e per preservarlo siamo assolutamente favorevoli all’abbattimento del Viadotto Morandi”. “Già Agrigento ha quella cortina di edifici mostruosi contro i quali non è possibile far niente. Ma un singolo ponte per di più inutilizzabile si può abbattere. L’idea che il moderno deve ‘schiantare’ l’antico non va bene”. 

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