Cronaca

Naro, rapper Nisi non gradito: niente concerto

«Non possiamo legittimare un messaggio che si pone contro le forze dell’ordine, la magistratura e le regole della società».

Pubblicato 44 minuti fa

A Naro un concerto programmato all’interno del cartellone estivo è diventato un caso politico e mediatico. Protagonista il giovane rapper siracusano Samuele Nisi che doveva esibirsi in piazza Garibaldi domani sera

La vicenda esplode quando la notizia della sua partecipazione compare sui social e sulla stampa (reportsicilia). Da quel momento si muove una macchina fatta di telefonate e consultazioni che coinvolge l’amministrazione comunale, la Questura e i Carabinieri. Nel giro di poche ore, il sindaco Milco Dalacchi ha proposto all’associazione organizzatrice di annullare l’evento.

Il primo cittadino, raggiunto da Grandangolo, ha rivendicato la scelta come atto dovuto:

«Abbiamo autorizzato in generale il cartellone estivo, come avviene per tutte le manifestazioni organizzate dalle associazioni. Ma questa specifica serata, legata alla presenza di un artista che veicola messaggi contrari alla legalità, non può svolgersi. Ho già comunicato agli organizzatori che l’evento è annullato. L’amministrazione si sgancia da questa persona, non è gradita a Naro».

La ricostruzione lascia emergere un dettaglio significativo: Dalacchi ammette di non conoscere personalmente il rapper. La decisione non nasce da un monitoraggio preventivo, ma dall’impatto mediatico della notizia.

«Io non conosco un dj o un rapper di 18 o 20 anni – ha detto ancora Dalacchi – ma quando ho saputo chi fosse, ho ritenuto doveroso bloccare tutto. Non possiamo legittimare un messaggio che si pone contro le forze dell’ordine, la magistratura e le regole della società».

Il sindaco avrebbe quindi contattato direttamente gli organizzatori, comunicando la revoca della serata e motivandola come necessaria a salvaguardare l’immagine della città.

«Domani sera questa persona non viene. La serata salta. È una scelta che tutela l’immagine della città e il rispetto delle istituzioni».

Quello che appare certo è che un concerto annunciato come momento di aggregazione si è trasformato in poche ore in un caso di ordine pubblico. E che, ancora una volta, in Sicilia la cultura diventa terreno di scontro tra libertà di espressione e salvaguardia delle istituzioni.

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