Cronaca

Porto Empedocle, Freddoneve reintegrato dal Comune

E' stato coinvolto in una delicata inchiesta anti-racket condotta dalla Squadra mobile a Porto Empedocle

Pubblicato 3 anni fa

Dopo che il Tribunale del Riesame di Palermo, presieduto dal giudice Antonia Pappalardo, ha disposto la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari in quella meno afflittiva dell’obbligo di firma a carico di Filippo Freddoneve, 59 anni, e Giuseppe Freddoneve, 34 anni, il primo è stato anche riammesso in servizio al Comune di Porto Empedocle.

Padre e figlio erano stati arrestati un mese fa dalla Squadra Mobile di Agrigento in un’operazione che ipotizza estorsioni e minacce ad aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti nell’agrigentino. Insieme a loro fu arrestato anche Giuseppe Migliara, 61 anni, ritenuto il personaggio chiave dell’intera inchiesta.

Il Riesame, accogliendo parzialmente il ricorso dell’avvocato Principato, aveva dunque scarcerato i Freddoneve imponendo nei loro confronti anche il divieto di avvicinamento alle persone offese. 

Dopo questi provvedimenti Filippo Freddoneve è stato reintegrato in servizio, già da qualche giorno, al Municipio di Porto Empedocle. L’uomo era stato destinatario di un provvedimento, firmato dai funzionari del palazzo di città, di “sospensione cautelare dal servizio”.

Il dipendente comunale cinquantanovenne, lo scorso 14 novembre, è tornato libero dopo che il legale di fiducia, l’avvocato Daniela Principato, si era rivolto ai giudici del tribunale del riesame. E sempre lo stesso difensore formulò, al Municipio di Porto Empedocle, la richiesta di riammissione in servizio. E questo perché “è venuta meno la misura cautelare a suo carico, condizione per la quale – scriveva il legale – è scaturito il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio”. Cosa che è stata fatta a decorrere dal 28 novembre.

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