Cronaca

Venezuela, dissidente ospite a Menfi: “Ho lasciato 3 figli”

Sono un migliaio i dissidenti del governo di Nicolas Maduro che nell’ultimo anno si sono stabiliti in Sicilia. Tra loro c’e’ Indira Meza, di Cumanà, 46 anni, metà dei quali spesi a fare l’avvocato a Caracas, che oggi vive a Menfi, nell’Agrigentino, ospite di una famiglia di connazionali. “Un anno fa ho lasciato il Venezuela […]

Pubblicato 5 anni fa

Sono un
migliaio i dissidenti del governo di Nicolas Maduro che nell’ultimo anno si
sono stabiliti in Sicilia.

Tra loro
c’e’ Indira Meza, di Cumanà, 46 anni, metà dei quali spesi a fare l’avvocato a
Caracas, che oggi vive a Menfi, nell’Agrigentino, ospite di una famiglia di
connazionali.

“Un anno fa ho lasciato il Venezuela
perchè rischiavo la vita”,
racconta: “Sono preoccupata per i miei tre figli
(una ragazza di 14 e due maschi di 22 e 24), rimasti in Venezuela. Confido che
la situazione torni alla normalità e che io possa tornare ad
abbracciarli”.

Uno dei
figli recentemente è stato arrestato dalla polizia e poi scarcerato.

Da
giurista, Indira Meza contesta l’impostazione che la stampa internazionale ha
dato sul percorso in atto da parte del presidente dell’Assemblea nazionale Juan
Guaidò: “Non è corretto sostenere
che si è autoproclamato presidente della Repubblica, perchè l’Assemblea
nazionale è eletta dal popolo. Lo è anche il potere esecutivo, intendiamoci. Ma
il parlamento ha la facoltà di dichiarare il presidente usurpatore del potere e
la Costituzione stabilisce che da quel momento la presidenza ad interim della
Repubblica spetti al capo dell’Assemblea”.

Per
l’avvocato quello di Maduro è un regime non democratico: “Un governo che manda in carcere i suoi oppositori non ha
interesse a garantire i diritti di tutti. Il Paese è in gravissima emergenza
economica, l’inflazione è a un milione per cento l’anno, il salario minimo è di
appena 4 dollari al giorno, tanta gente è costretta a cercare da mangiare tra
la spazzatura; mancano le medicine, e si può morire anche solo per una diarrea
o per un raffreddore. La comunità internazionale non deve abbandonarci, confido
che il tentativo di mediazione chiesto a Papa Francesco vada a buon fine”.

Per Indira Meza la soluzione della crisi non è certo l’intervento militare, ma
il dialogo. E la normalizzazione potrà avvenire “solo attraverso nuove elezioni, ma alla presenza di osservatori
internazionali”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *