Cultura

Alla scoperta della Sicilia più antica, Borghi dei Tesori nell’agrigentino: le tappe 

Dal concerto nella tomba sicana al frammento di mosaico romano ritrovato, dalla ghost town fascista alla Bibbia poliglotta alla cappella da viaggio gattopardiana

Pubblicato 8 mesi fa

Ascoltare un misterioso concerto in una tomba sicana, e visitare il borgo con la guida degli abitanti; scoprire un frammento di mosaico romano e chiedersi come è finito sui monti; perdersi tra le case abbandonate della ghost town fascista che per cinquant’anni ebbe come solo abitante un ergastolano; assistere ad una novella del Verga al tramonto, scoprire una Bibbia poliglotta nascosta in biblioteca o una cappella da viaggio di gattopardiana memoria. Questo e tanto altro andando per borghi nell’Agrigentino, nell’Ennese e nel Nisseno, alla ricerca della Sicilia più autentica. Incastonati sui monti, vicini tra loro eppure isolati, sono pronti a riaprire le porte sabato e domenica (2 e 3 settembre) per questo secondo e penultimo weekend dei Borghi dei Tesori, organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con IGT. 

Libero Reina vive secondo natura, a pochi passi dal Teatro Andromeda costruito dal padre: sarà lui a proporre sabato sera “Il principe è libero”, misterioso concerto dentro la Tomba del principe di Sant’Angelo Muxaro. Ascoltarlo sarà un momento mistico, regalerà qualcosa a ciascuno; poi domenica si visiterà il borgo antico, incontrando le famiglie che magari stanno preparando lo strattu, o i giovanissimi pastori che hanno rinunciato a tutto per portare avanti il mestiere di famiglia; scoprendo anche il Musam, il museo che racconta gli enigmatici Sicani ; e si assaggerà parecchio: olio che da queste parti è profumato e piccantino, formaggi e pane fragrante, sfinci e miele. Sabato c’è anche un comodo bus da Palermo. 

Se a Sant’Angelo si va per vicoli, a Caltabellotta ci si perde in un saliscendi di stradine che portano fino al Pizzo, a mille metri d’altezza, attraversando i resti dell’antico castello normanno dei Conti Luna, inerpicandosi lungo antiche scale nella roccia. Una passeggiata che racchiude al suo interno tutta l’essenza di questo borgo, avamposto difensivo, dove visse nascosta la comunità ebraica come si racconta durante la visita a quella che era la sinagoga. Poi l’arroccato Eremo di San Pellegrino, la chiesa Madre e, nella piccola frazione di Sant’Anna, una sorpresa: una chiesetta piccina che pare un museo, visto che a Santa Maria del Fervore sbucheranno opere di Mariano Rossi e sculture lignee settecentesche di Filippo Quattrocchi; un frammento di mosaico romanico e un meraviglioso presepe seicentesco napoletano in terracotta candida, voluto da Francesco Alliata, principe di Villafranca e primo duca di Salaparuta. Domenica alle 19 alla Villa Comunale, Paride Cicirello si calerà negli stracci di Russu Malupilu, facendo rivivere il personaggio della novella del Verga.

Santo Stefano Quisquina accompagnerà sabato alla scoperta del borgo annodando il filo dell’acqua, lungo il percorso delle fontanelle che punteggiano i vicoli. Il borgo si raggiungerà da Palermo in pullman domenica, quando sarà possibile partecipare a una passeggiata nei boschi del monte San Calogero, a quota 967 metri sul livello del mare, fino alla piccola chiesa meta dei pellegrinaggi degli abitanti. Qui potrete assaggiare i prodotti del posto. E sempre domenica si visita con Ascosi Lasciti, la ghost town di Borgo Riena, uno dei borghi fascisti dimenticati. Non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.

Bivona non si devono perdere l’antico quartiere ebraico riqualificato, le belle chiese e la cinquecentesca Torre dell’Orologio. Nella Chiesa del Carmelo scoprirete una tela dello Zoppo di Ganci che si volle ritrarre tra i personaggi.L’associazione Sole Sui Sicani e i narratori di comunità vi guideranno alla scoperta di E’ URA (Urban Rigeneration Art), un itinerario artistico-culturale nell’antico quartiere Batìa ormai spopolato, dove gran parte delle abitazioni è abbandonata, ma è diventata terra di creativi che hanno aperto diversi atelier.

Burgio riapre le porte sabato la più antica fonderia che in Sicilia che realizza campane, e lo fa dal Cinquecento. L’arte dei Virgadamo oggi passata ai nipoti, è rimasta inalterata nel tempo, pur modernizzata con supporti tecnologici. Ma la mano e la maestria restano le stesse da secoli, e così anche il procedimento per creare questi colossi di creta bianca, gesso e cera d’api. Ma si visiterà anche la cripta dei Cappuccini dove negli stalli ci sono cinquanta corpi mummificati di burgitani vissuti tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, con i loro corredi funebri (monili e tessuti pregiati, scapolari a cappelli, scarpe, calze).

Sambuca di Sicilia si unisce questo weekend ai Borghi dei Tesori: inaugurazione sabato alle 19 a Palazzo Panitteri con “Francesco e il sultano”, splendido monologo di Ugo Giacomazzi dedicato a San Francesco. Poi domenica, via alle visite all’antica Zabut: a partire da un gradito ritorno, Palazzo Planeta, la dimora dei baroni di Santa Cecilia, un articolato ingranaggio di memorabilia, ricordi, lettere, costumi, uniformi, e una cappella da viaggio che pare far rivivere le dame del Gattopardo. Poi la liberty Biblioteca Navarriana, il delicato e sontuoso Museo Mudia, il complesso delle Case Amodeo (un borgo nel borgo), il tripudio barocco di Santa Caterina, il teatro L’Idea voluto da cinque famiglie di mecenati, le strane sculture tessili di Sylvie Clavel e le opere del pittore degli umili, Gianbecchina. E siccome questa è terra di vino e di olio, ecco la visita alla cantina dell’Antico frantoio, completa di degustazione di vino e pani cunzatu. Domenica si potrà arrivare in bus da Palermo, sia a Sambuca che a  Montevago, dove è viva ancora la memoria del terremoto del 1968, che però è diventata un museo en plein air di murales dal forte significato etico. Sarà bellissimo visitarlo, comprendere qui la forza del silenzio. 

Infine quel gioiello barocco inedito e inatteso che è Naro, la “Fulgentissima” amata da Federico II, dove non si devono perdere lo splendido Castello Chiaramontano, dove vaga il fantasma di Donna Giselda che si innamorò del bel paggio Beltramo. Fu scoperta dal marito Pietro Giovanni Calvello, signore di Naro, che fece scaraventare il paggio dalla torre e vi rinchiuse la moglie che morì di crepacuore. E la biblioteca Feliciana che nasconde – tra 24 incunaboli, 500 cinquecentine, 56 manoscritti – anche un codice pergamenaceo medievale, in gotico miniato in oro; e una bibbia poliglotta in 8 lingue del 1657. Anche per Naro è previsto domenica il bus da Palermo. 

Ma il cuore antico della Sicilia non si ferma all’Agrigentino: ecco infatti in provincia di Caltanissetta, il bel borgo poco conosciuto di Vallelunga Pratameno dove vi racconteranno dei Papè, duchi e signori di Pratameno, baroni di Vallelunga; e di Don Giacinto, detto l’urbanista,  a cui si deve il disegno della nuova chiesa al centro di due storiche trazzere.  Solo domenica si potrà visitare il meticoloso Museo etnografico con la ricostruzione delle antiche botteghe artigiane e contadine, un vero tuffo in un passato neanche tanto lontano. Per il terzo weekend si sta preparando un imperdibile percorso dedicato al ciclo del grano con degustazioni guidate. 

Nel cuore dell’isola, un paradiso per veri appassionati di archeologia: Calascibetta è l’antagonista di Enna da sempre, la sorveglia a distanza, arroccata nel suo borgo-presepe: tra necropoli a grotticelle, villaggi bizantini,  e carceri medievali non si saprà cosa scegliere, e lo stesso dubbio venne a Goethe che da qui passò. Ci sono la chiesa di San Pietro, eletta a Regia Cappella Palatina da re Pietro II d’Aragona; e Maria Santissima del Monte Carmelo, con la preziosa Annunciazione scolpita da Antonello Gagini. Da piazza San Pietro ci si potrà affacciare dal Poggio del Conte Ruggero, una passerella in vetro sospesa nel vuoto inaugurata da poco. Da non perdere le grotte di via Cerere, oltre mille cavità nascoste tra le case, usate come carcere nel Medioevo, una rupe “sforacchiata di grotte” e son parole di Goethe. Si diceva che questa è terra di necropoli e insediamenti archeologici: bene, le due passeggiate condurranno al villaggio bizantino e a Realmese che con le sue 288 tombe a grotticelle, seconda necropoli pantalicana della Sicilia. E visto che questo è il periodo della raccolta delicata dello zafferano, la prossima domenica assaggerete quel gusto unico che è il piacentinu.

Per ogni info o curiosità e per acquistare i coupon per le visite, le esperienze e le passeggiate, visitare il sito www.leviedeitesori.com.

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