Ancora Euripide sulla scena del Teatro di Giunone
Dopo “Dionysos” costola delle “Baccanti” adesso tocca a “Cassandra, Ilio in fiamme” costola delle “Troiane” del radicale e antimilitarista Euripide. Non c’è che dire, il teatro qui ad Agrigento ce la mette tutta per far riflettere e far sobbalzare le nostre animule bianche e infiacchite. Dopo “Vizi capitali” di Gaetano Aronica la “stanza della tortura” […]
Dopo “Dionysos” costola delle “Baccanti” adesso tocca a “Cassandra, Ilio in fiamme” costola delle “Troiane” del radicale e antimilitarista Euripide.
Non c’è che dire, il teatro qui ad Agrigento ce la mette tutta per far riflettere e far sobbalzare le nostre animule bianche e infiacchite. Dopo “Vizi capitali” di Gaetano Aronica la “stanza della tortura” potrebbe essere pronta per l’allestimento di un salutare corso di igiene mentale per governati e governanti. Del resto qui è nata la stanza della tortura pirandelliana e Agrigento, “ombelico del mondo” (sic) è abbastanza consapevole che le fustigate teatrali possono essere scomode e salutari .
Alla disamministrazione secolare e alle mistiche esplosioni schizofreniche del popolino c’è sempre in agguato un teatro che rimette sentimenti e statistiche nelle giuste proporzioni. E poi prendere Cassandra e sciorinarcela una sera di settembre dovrebbe pure indurci a qualche esorcismo visto che un’altra Cassandra, quella di Elisabetta Pozzi, trionfò sulla scena del Teatro di Giunone appena due anni fa, sempre di settembre, e qualche mese prima che il virus di Wuhan appestasse le contrade mondiali.
Ed è ancora più feroce la “Cassandra” che ieri sera ha portato sulla scena il “metteur en espace” Daniele Salvo, (attore- regista che ha lavorato con Ronconi e molte altre figure della scena italiana), insieme all’Associazione Kairos di Barbara Capucci, notissima attrice nostrana e dell’ensemble della Fondazione Pirandello.
Se Elisabetta Pozzi nella sua Cassandra mescolava mirabilmente i versi della Szimborza e le parole di Christa Wolf che sfruttava la veggenza di Cassandra per affrontare dietro il racconto delle vicende personali i temi della politica e della condizione femminile, la “costola” delle Troiane messa in scena dalla Kairos è tutta intrisa della ferinità della parola euripidea, con una Cassandra stuprata nel tempio di Athena e poi, qui, assassinata, anzi sgozzata da simbolici talebani in tuta nera, mentre sibili di aerei e scoppi di bombe squarciano una scena nuda e tutta da immaginare.
Ed è appunto una colonna sonora esplicita e straordinariamente composita che supplisce in maniera determinante la scenografia.
Daniele Salvo nelle note di regia scrive che “lo spettatore deve pensare ad una attualità perturbante e sconvolgente…un nuovo olocausto che sta accadendo sotto gli occhi della “civile Europa” con la complicità di alcuni discutibili governanti mondiali. Sulla pelle di donne e bambini, vengono accordate spartizioni, vengono stipulati accordi economici, si vendono organi ,cadaveri, posizione sociali, anime e destini…dobbiamo sperare in un’altra possibilità, un’altra realtà, retta da regole nuove, da altri valori, ormai impossibili da attuare nel nostro piccolo mondo corrotto, confuso e ferito a morte”. Attori espressivi come si conviene ad una “seduta drammatica a sette voci” e serviti da un eccellente apparato tecnico che rifrangeva la loro voce: Selene Gandini, Marcella Favilla, Alfonso Veneroso, Barbara Capucci, Simone Ciampi, Elvio La Pira, Daniele Salvo. Light Designer Giuseppe Filipponio e costumi di Erminia Bassi.