Agrigento

Gomez-Bonafede-Pellitteri trio che “continua” l’epopea del jazz

Per il sassofonista e compositore Filippo Portera è stato “il concerto più bello della stagione"

Pubblicato 3 anni fa

A botta calda la pima risposta all’evento la dà il direttore del Parco, Roberto Sciarratta: In una meravigliosa cornice archeologica abbiamo avuto il piacere e l’onore di sentire una musica che ci ha toccato il cuore. Eddie Gomez, grande contrabbassista splendidamente accompagnato da Pellitteri alla batteria e Bonafede al piano ha deliziato un attento e caloroso pubblico venuto ad omaggiare i maestri. Una esibizione difficile da dimenticare”.

E sarà difficile da dimenticare anche per Eddie Gomez che nel corso dell’esibizione ha voluto dedicare, con un filo di commozione, il brano “La grande illusione” al suo amico Chick Corea scomparso nel febbraio di quest’anno. E poi tutto il concerto è stato una appassionata eterna jam session come  solo il jazz riesce a fare. Vogliamo scommettere che nella mente di Eddie Gomez non si sia affacciata la memoria dei suoi amici di “scorri-bande”?

Una “Spoon river” che va da Gillespie (1993) a Mulligan (1996), da Goodman (1986) a Chick Corea (2021). Tra i viventi c’è Hancock  il cui riflesso “fusion” si è avvertito ieri sera, a nostro sommesso parere.

Entusiasti ed emozionati i musicisti agrigentini che sono accorsi ad omaggiare i maestri. 

Per il sassofonista e compositore Filippo Portera  è stato “il concerto più bello della stagione, la professionalità l’arte e la storia del jazz hanno avuto un nome “Eddie Gomez”. Riascoltare il passato avendo davanti l’originale è fantastico e libera da tutti gli scimmiottamenti dei molti nuovi musicisti di jazz, che invece di trovare una propria via per esprimere l’arte e se stessi, sono convinti che imitare alla perfezione la musica di sessanta, settanta o ottant’anni fa, sia eguagliare l’estro e la genialità di chi con la propria originalità è unicità ha scritto la storia.  Riascoltare il passato avendo davanti l’originale è fantastico e libera da tutti gli scimmiottamenti dei molti nuovi musicisti di jazz, che invece di trovare una propria via per esprimere l’arte e se stessi, sono convinti che imitare alla perfezione la musica di sessanta, settanta o ottant’anni fa, sia eguagliare l’estro e la genialità di chi con la propria originalità è unicità ha scritto la storia. Eddie Gomez, accompagnato da Salvatore Bonafede, finalmente non anacronistico e dalla batteria precisa e mai invadente di Marcello Pellitteri ormai trasferitosi a New York, è stato allo stesso tempo tradizionale ed innovativo, preciso nella sua ottima tecnica e accattivante con il suo poco italiano, per un pubblico che ha visto scorrere velocemente  i minuti in partecipazione e rispetto e alla fine un richiestissimo bis e applausi veri hanno dato il giusto saluto ad uno dei più grandi contrabbassisti viventi”.

Per un altro musicista agrigentino, Sandro Sciarratta il concerto ha procurato  “Emozioni a non finire. Vedere, sentire e parlare con un monumento del jazz é stato incredibile. Eddie Gomez, accompagnato da due grandi jazzisti siciliani, ha spaziato da brani del magnifico trio con Bill Evans a Miles Davis a brani di Sal Bonafede, sempre magistralmente e dialogando con Marcello Pellitteri che lo assecondava con ritmi jazz tipici del suo drumming. Vedere questo trio ed Eddy.Gomez sotto il tempio di Giunone é stata una esperienza magnifica. E per un giorno poter  dire…”ha suonato col mio pick-up e ampli. “Grazie Eddie.”

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