Avrebbe violato la misura degli arresti domiciliari allontanandosi dalla propria abitazione per recarsi in una farmacia a comprare medicinali che sarebbero serviti a curare una patologia da cui è affetto da diverso tempo ma i carabinieri, durante un controllo, lo avrebbero sorpreso fuori dal domicilio denunciandolo per il reato di evasione e, per tale motivo, è finito a processo. 

Si tratta del favarese Antonino Pirrera, 80 anni, vecchia conoscenza del panorama criminale agrigentino in quanto già coinvolto nell’operazione antimafia della Squadra Mobile di Agrigento denominata “Maginot”, eseguita sette anni addietro, che ha fatto luce sulla rete di fiancheggiatori dell’allora super capo della mafia agrigentina Giuseppe Falsone. 

Questa mattina si è svolta una nuova udienza del processo a suo carico davanti il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Katia La Barbera: Pirrera, assistito dagli avvocati Giovanni Castronovo e Chiara Proietto, ha chiesto e ottenuto il giudizio con rito abbreviato condizionato all’audizione di un teste indicato dalla difesa, cioè il farmacista da cui si sarebbe recato il favarese. Secondo la difesa, infatti, Pirrera si sarebbe allontanato da casa non per sottrarsi agli obblighi derivanti dalla detenzione domiciliare bensì spinto dalla necessità di dover assumere farmaci per curare le gravi patologie dalle quali è affetto.

Il giudice ha accolto la richiesta avanzata dalla difesa rinviando al 16 luglio per l’esame del teste.