Cuffaro intercettato: “Abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”; prossima settimana indagati dal Gip
Il progetto dell'ex governatore era secondo le indagini di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle Asp siciliane
La prossima settimana i 18 indagati nell’inchiesta della procura palermitana su appalti truccati saranno sentiti dal gip che dovrà decidere sui domiciliari richiesti dai pm. La gip Carmen Salustro ha stabilito che Ferdinando Aiello, Marco Dammone, Mauro Marchese, Paolo Bordonaro, Giuseppa Di Mauro, Paolo Emilio Russo, Vito Fazzino e Sergio Mazzola saranno sentiti lunedì 11 novembre, alle 9:30. Il 13 novembre, alle ore 10, toccherà ad Alessandro Maria Caltagirone, Roberto Colletti, Antonio Iacono, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro. Il 14 novembre alle 9:30 davanti al gip compariranno Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, Carmelo Pace, Vito Raso e Saverio Romano.
“Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”. Così, non sapendo di essere intercettato, l’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro parlava dei posti di vertice della sanità dei tre capoluoghi. Parole che, secondo i pm che ieri hanno chiesto l’arresto dell’ex governatore e di altre 17 persone, ne dimostrano “l’influenza e l’ingerenza nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità nel mondo della sanità regionale”. Nella richiesta di arresti domiciliari i magistrati descrivono “l’alacre impegno dell’ex presidente della Regione nella questione della nomina dei dirigenti della sanità, le cui ragioni sono di immediata intuizione e vanno ravvisate nell’enorme quantità di risorse economiche, e non solo, che circolano in questo settore, sulla cui regolamentazione, gestione e normazione, peraltro, la competenza è regionale”. Il progetto dell’ex governatore era secondo le indagini di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle Asp siciliane nello specifico, quelle di Palermo, Enna e Siracusa. Nel mese di agosto 2023, era stata pubblicata la graduatoria dei quarantanove professionisti idonei all’incarico di direttori generali nella sanità pubblica della Regione Sicilia. Il governo regionale, su proposta dell’allora assessore alla Salute Giovanna Volo per garantire la continuità gestionale e funzionale degli enti, con due decreti aveva prorogato gli incarichi in fino a gennaio 2024. “Dunque, l’iperattivismo registrato, durante l’estate del 2023, da Cuffaro e Carmelo Pace (deputato Dc all’Ars ndr) e dalle fila dei soggetti a loro vicini, anche e soprattutto politicamente, – ritengono i magistrati – si collocava in un contesto di febbrile intermediazione fra la politica e il mondo della dirigenza sanitaria, finalizzata a collocare ai vertici delle Asp questo o quel dirigente, ciascuno sponsorizzato da una fazione politica piuttosto che da un’altra”. “Fidelizzare un dirigente, sponsorizzandone e propiziandone la nomina, come intuibile, – spiegano – voleva dire, a cascata, acquisire credito per incidere sulla nomina dei direttori amministrativo e sanitario e, consequenzialmente, per ingerirsi nella gestione amministrativa della struttura sanitaria”.


