Agrigento

Agrigento, “minacce per far ritrattare accuse”: due rinvii a giudizio

Sono accusati in particolare di intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso

Pubblicato 2 anni fa

Il gup del tribunale di Palermo Elisabetta Stampacchia, accogliendo la richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri, ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di due uomini – Giuseppe Gallo, 51 anni, e Vincenzo Mendola, 50 anni – ritenuti “vicini” al boss di Villaseta Antonio Massimino.

I due agrigentini sono accusati di aver offerto una somma di 5mila euro al collaborante Antonino Mangione al fine di ritrattare le accuse di abusi sessuali nei confronti del boss Massimino. Questa vicenda, per la quale peraltro il boss di Agrigento è stato assolto, era emersa nell’ambito dell’operazione Kerkent eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia.

Gallo e Mendola, secondo l’accusa rappresentata dal pm Claudio Camilleri, avrebbero anche minacciato sia il Mangione che la moglie di quest’ultimo il 23 marzo 2019: “Ora ci sono io e a te e ai tuoi figli nessuno vi farà niente se vai a ritrattare tutto – avrebbero detto – Per te ci sono anche 5 mila euro, puoi pure denunciarmi. Io non ho paura di nessuno”. 

I due imputati, difesi dagli avvocato Salvatore Pennica e Daniela Posante, sono accusati in particolare di intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso.

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