Giudiziaria

Ancora uno scandalo sulla sanità, 12 misure cautelari per mazzette nelle gare d’appalto 

Nuovo terremoto sulla sanità siciliana: coinvolti manager pubblici, imprenditori, professionisti e faccendieri

Pubblicato 6 ore fa

I finanzieri del Comando Provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa, a seguito dei previsti interrogatori preventivi, dal Gip presso il Tribunale del capoluogo nei confronti di 12 persone, indagate a vario titolo per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Nel dettaglio, tutti gli indagati sono stati destinatari di misure interdittive e, tra questi, cinque sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e uno all’obbligo di firma. Si tratta della seconda tranche dell’inchiesta che ha visto per protagonista il commercialista Antonino Maria Sciacchitano, già nota e rilanciata oggi dalla Guardia di finanza con un comunicato stampa.

Le attività investigative – condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sotto l’egida e il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo – hanno consentito “di far luce su casi di malaffare connessi all’indizione e alla gestione di gare d’appalto del valore complessivo di oltre 200 milioni di euro varate da alcune tra le principali strutture sanitarie regionali”. Il complesso degli elementi raccolti, dice la Gdf “ha evidenziato il coinvolgimento, nelle trame illecite ricostruite, di manager pubblici, imprenditori, professionisti e faccendieri tutti a vario titolo implicati nelle dinamiche di manipolazione delle procedure di aggiudicazione”. In questo contesto, “in più occasioni sarebbe stata accertata l’anticipazione dei documenti di gara, la condivisione di informazioni riservate concernenti le determinazioni delle stazioni appaltanti, nonché la materiale predisposizione dei capitolati e dei disciplinari tecnici con l’intervento diretto dei referenti delle imprese da avvantaggiare”.

Sarebbero stati ricostruiti, altresì, accordi corruttivi che prevedevano “l’elargizione di tangenti per centinaia di migliaia di euro, determinate nel loro importo in misura percentuale rispetto al valore delle commesse e, in molti casi, mascherate da fittizie prestazioni di consulenza”. Al riguardo, nel corso delle indagini sono state monitorate e documentate plurime dazioni di denaro contante, il cui ammontare complessivo, pari a 47.820 euro, è stato oggetto del sequestro preventivo disposto da G.I.P. Più nel dettaglio, le tangenti, dissimulate nel corso delle conversazioni intercettate utilizzando un linguaggio criptico che faceva rimando alla consegna di generi alimentari, avrebbero visto quale destinatario, ancora una volta, un noto professionista palermitano, fulcro del sistema corruttivo accertato e già titolare di importanti incarichi pubblici.

L’attività di servizio “testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel contrasto ad ogni forma di illegalità e di corruzione che altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli onesti e fa aumentare i costi dei servizi pubblici a danno della loro efficienza”.

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