Cattolica Eraclea

Cattolica Eraclea, omicidio marmista Miceli: interrogatorio fiume del fratello della vittima

In gergo viene chiamato “teste impegnativo” e, proprio come preannunciato la scorsa udienza  dal sostituto procuratore Gloria Andreoli , in effetti lo è stato. E’ ripreso questa mattina, davanti la Corte d’Assise presieduta da Angela Wilma Mazzara, il processo a carico di Gaetano Sciortino, operaio di Cattolica Eraclea, accusato dell’efferato omicidio del marmista del paese, […]

Pubblicato 5 anni fa

In gergo viene chiamato “teste impegnativo” e, proprio come preannunciato la scorsa udienza  dal sostituto procuratore Gloria Andreoli , in effetti lo è stato. E’ ripreso questa mattina, davanti la Corte d’Assise presieduta da Angela Wilma Mazzara, il processo a carico di Gaetano Sciortino, operaio di Cattolica Eraclea, accusato dell’efferato omicidio del marmista del paese, Giuseppe Miceli, ucciso il 7 dicembre scorso con diversi oggetti da lavoro all’interno del suo laboratorio. L’operaio fu arrestato mesi dopo l’omicidio. La svolta investigativa si ebbe con l’individuazione di alcune punte di trapano (che hanno un numero seriale) riconducibili alla vittima e al ritrovamento di una scarpa.

C’era molta attesa a sentire Ignazio Miceli, fratello della vittima, dopo le pesanti ombre gettate sulla sua figura dalla difesa di Sciortino. E’ stato un interrogatorio durato oltre un’ora e che ha, inevitabilmente, avuto come oggetto i più profondi rapporti intercorsi tra i fratelli, gli interessi comuni, la situazione economica, il ripercorrere degli attimi immediatamente successivi alla scoperta del cadavere: “Quando sono arrivato mi ero insospettito della presenza del furgone parcheggiato sulla strada dato che mio fratello era un tipo abitudinario e non lo faceva mai – ha raccontato il teste – quando sono entrato ho fatto un passo e ho visto il corpo disteso. Poco dopo sono arrivati i carabinieri e mi hanno detto di togliermi immediatamente le scarpe  “. 

Analizzati anche gli aspetti economici ed eventuali interessi che legavano i fratelli con il teste che ha ribadito la sua estraneità all’attività lavorativa del fratello. Anche su questo aspetto il presidente della Corte ha voluto porre alcune domande a chiarimento. L’imputato è difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *