“Dieci migranti morti per asfissia nella stiva di una barca”, disposto incidente probatorio
L'inchiesta scaturisce dal ritrovamento di dieci cadaveri nella stiva di una barca utilizzata dai migranti per raggiungere Lampedusa
Il giudice per le indagini preliminari Micaela Raimondo, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Elettra Consoli, ha disposto l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta scaturita dal ritrovamento di dieci cadaveri nella stiva di una imbarcazione utilizzata dai migranti per una traversata fino a Lampedusa. La vicenda risale allo scorso 16 giugno quando la Guardia Costiera intercettò una barca in legno di dieci metri con a bordo 54 migranti. Poco dopo fu fatta la tragica scoperta. Nella stiva del natante vennero rinvenuti i cadaveri di dieci persone, tutte originarie del Bangladesh. Le vittime avevano un’età compresa tra i 19 e i 41 anni. Allo stato risulta indagato, per il reato di morte come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina, un trentanovenne egiziano. L’uomo è difeso dagli avvocati Giancarlo Liberati e Leonardo Marino.
Alcuni dei migranti lo hanno indicato come il conducente dell’imbarcazione riferendo agli agenti della Squadra mobile di Agrigento di averlo notato in Libia ancora prima della partenza. Ed è proprio per questo motivo che il giudice ha ritenuto necessario disporre l’incidente probatorio con lo scopo di “cristallizzare” le dichiarazioni dei migranti già rese lo scorso 20 giugno. Una prova non rinviabile al dibattimento considerato che i testimoni sono tutti migranti irregolari e privi di documenti con un’alta probabilità che possano rendersi irreperibili. Il gip Raimondo ha disposto l’accompagnamento coattivo, per il prossimo 17 luglio, di due dei testimoni indicati che avrebbero dovuto essere in aula già nella giornata di ieri.