Giudiziaria

Disabile incatenato a Naro, gli zii ammettono: “Chiediamo perdono”

Sono accusati di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e peculato

Pubblicato 3 anni fa

Hanno di fatto ammesso le responsabilità, cercando di fornire anche alcune giustificazioni, e chiesto perdono per quanto avvenuto nel 2019 quando i carabinieri della stazione di Naro scoprirono che all’interno dell’abitazione tenevano il nipote 33enne – disabile psichico – legato con una catena ad un letto. I due imputati – Angelo Vinci e Andreina Vella – sono comparsi davanti il gup del Tribunale di Agrigento Micaela Raimondo. Il processo a loro carico è per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e, ultima contestazione aggiuntasi in seguito, peculato.

Hanno chiesto perdono ammettendo i fatti ma affermando che la situazione era divenuta insostenibile e che il nipote, a causa dell’aggravarsi della sua condizione, era divenuto ingestibile. La scoperta venne fatta nel 2019 quando, a seguito di una lettera anonima, i carabinieri eseguirono il blitz in una casa a Naro trovando il 33enne legato con una catena. In un secondo momento ai due zii venne anche contestata l’accusa di peculato per aver sottratto 65mila euro al nipote e trasferiti sui loro conti personali. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Gloria Andreoli.

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