Giudiziaria

Droga e tentata estorsione, slitta sentenza per l’arresto di imputato e avvocato

Slitta la sentenza per l'arresto di uno degli imputati e dell'avvocato, coinvolti nelle scorse settimane nel blitz Xidy

Pubblicato 4 anni fa

Slitta la sentenza del processo a carico di quattro persone – Michele Amato, Antonino Chiazza, Antonino Chiazza e Giuseppe Triglia – accusati a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione ai danni di un 50enne agrigentino. Il procedimento, in corso col rito abbreviato davanti al gup del Tribunale Stefano Zammuto, è stato rinviato in seguito agli arresti di Antonino Chiazza e dell’avvocato Angela Porcello, coinvolti negli scorsi giorni nella maxi operazione antimafia “Xidy” contro il mandamento mafioso di Canicattì. 

Il sostituto procuratore Gloria Andreoli, durante la requisitoria, aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione  e 40000 euro di  multa per Michele Amato; 4 anni e 30000 euro di multa per Antonino Chiazza, 2 anni e 4 mesi e  20000 euro di multa per l’omonimo e cugino, Antonino Chiazza e per Giuseppe Triglia la richiesta di condanna è pari a 3 anni ed 8 mesi e 14000 euro di multa.

La vicenda principale è quella della tentata estorsione ai danni di un uomo di 48 anni che , temendo per la propria incolumità, ha deciso di varcare il portone della caserma dell’Arma, descrivendo ai militari la vicenda in cui era rimasto coinvolto. Non poteva più resistere alla paura di poter subire eventuali ritorsioni e così ha deciso di raccontare la sua storia ai Carabinieri.Ed infatti la vittima si era infilata proprio in una brutta situazione. Aveva acquistato, a credito, varie dosi di cocaina, per un valore complessivo di circa 2.000 euro ma non era più riuscito a pagare il debito contratto con i suoi fornitori, appunto Chiazza e Amato.

I Carabinieri della Compagnia di Licata, compresa la gravità della situazione e considerato lo spessore criminale dei soggetti coinvolti, hanno fatto immediatamente scattare le indagini, sin da subito coordinate dal Pubblico ministero della Procura Repubblica di Agrigento,  Gloria Andreoli, raccogliendo tutti gli elementi probatori necessari a chiarire la dinamica dei fatti.In particolare, i militari dell’Arma, con intercettazioni e pedinamenti, sono riusciti a documentare anche gli incontri e le richieste estorsive avanzate dai due soggetti, i quali erano perfino arrivati a pretendere la cessione di un terreno agricolo di proprietà della vittima del valore di circa 12.000 euro, a fronte del debito di 2.000 euro.

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