Giudiziaria

Droga, inchiesta Fast Food: 8 arresti e 13 indagati

La banda si occupava dell'acquisto di ingenti quantita' di marijuana "mai inferiori al chilogrammo"

Pubblicato 3 anni fa

Operazione antidroga dei carabinieri del Comando provinciale di Ragusa, tra Ragusa, Comiso e Vittoria. Tredici gli indagati e otto le misure cautelari eseguite, insieme a decine di perquisizioni e a sequestri di stupefacente. Oltre cinquanta i carabinieri del Comando provinciale in azione, insieme a due unita’ cinofile e il supporto aereo del Nucleo Elicotteri di Catania.

E’stata denominata “Fast Food” l’operazione dei carabinieri di Ragusa, coordinati dal sostituto procuratore Monica Monego. Il blitz ha smantellato la rete di spaccio che aveva tra i suoi clienti anche minorenni e la sua sua base in un fast food. Per due indagati e’ stata disposta la custodia in carcere, per sei gli arresti domiciliari, per un altro l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Altre quattro persone hanno ricevuto un avviso di garanzia. Tutti hanno tra i venti e trent’anni e c’e’ un 44 enne.

La banda si occupava dell’acquisto di ingenti quantita’ di marijuana “mai inferiori al chilogrammo”, dicono gli inquirenti, e della vendita al dettaglio. Il rifornimento di droga veniva effettuato a Catania con un sistema quasi infallibile: auto noleggiate e staffette che controllavano la presenza di eventuali posti di blocco per intercettare la presenza di pattuglie delle forze dell’ordine eventualmente presenti sulla strada del rientro. La seconda fase era quella dello stoccaggio: una volta a Ragusa, la marijuana veniva stoccata presso l’abitazione del principale indagato che la rivendeva, non meno di 100 grammi alla volta, a altri che, meno noti dei principali indagati, si prestavano a fare da intermediari nella rivendita in cambio di poche centinaia di euro per il disturbo.

Viene definito “spregiudicato” l’ideatore dello spaccio: consegnava a domicilio lo stupefacente ai propri collaboratori e quando lo faceva, per non destare sospetti, portava con se’ anche la moglie e la figlia. E proprio con questo espediente per molti mesi ha evitato che la sua abitazione fosse individuata dagli inquirenti, e se ne vantava. A presentare i dettagli in conferenza stampa, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Gabriele Gainelli, con il sostituto procuratore di Ragusa, Monica Monego, e il comandante della Compagnia di Ragusa, Stefano Borghetto e del Norm, Zaccaria Sica.

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