Agrigento

Inchiesta Kerkent, depone il capo della Dia: “Ecco i canali della droga scoperti”

E’ ripreso questa mattina il processo scaturito dalla maxi operazione della Dia di Agrigento – denominata Kerkent – che avrebbe fatto luce sulla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Agrigento da parte del boss Antonio Massimino con la creazione contemporaneamente di una “holding” dello spaccio facente a lui capo. Sul banco degli imputati, nel filone del […]

Pubblicato 4 anni fa

E’ ripreso questa mattina il processo scaturito dalla maxi operazione della Dia di Agrigento – denominata Kerkent – che avrebbe fatto luce sulla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Agrigento da parte del boss Antonio Massimino con la creazione contemporaneamente di una “holding” dello spaccio facente a lui capo. Sul banco degli imputati, nel filone del rito ordinario, siedono sette persone: Pasquale Capraro, 28 anni; Angelo Cardella, 48 anni; Francesco Luparello, 46 anni; Saverio Matranga, 42 anni; Gabriele Miccichè, 29 anni; Calogero Trupia, 34 anni; Angelo Iacono Quarantino, 28 anni, di Porto Empedocle.

Questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere i giudici Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, è comparso nuovamente il capo della Dia di Agrigento, il vicequestore Roberto Cilona. Al centro della sua deposizione, cominciata nelle scorse udienze, i canali di approvvigionamento della droga utilizzati dal clan Massimino. In particolare, l’esame del vicequestore si è concentrato sul canale “palmese”, che farebbe riferimento ai fratelli Pace di Palma di Montechiaro, e su quello palermitano che porterebbe ad ambienti criminali vicini alla cosca della “Noce”.

Il blitz Kerkent scatta all’alba del 4 marzo 2019 quando gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento arrestano trentadue persone al termine di un’attività di indagine cominciata all’indomani della scarcerazione del boss Antonio Massimino, figura principale dell’inchiesta, che avrebbe riorganizzato la famiglia mafiosa di Agrigento e creato contemporaneamente una “holding” dello spaccio facente a lui capo. Le accuse nei confronti delle trentadue persone (a vario titolo) sono associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti (aggravata dal metodo mafioso),  detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.

Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Salvatore Pennica, Silvio Miceli, Santo Lucia. L’accusa è rappresentata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Alessia Sinatra. Si torna in aula, per concludere l’esame del vicequestore Cilona, il 19 novembre. 

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