Giudiziaria

La faida di Palma di Montechiaro, imputato in aula: “Non ho ucciso Azzarello”

Gli imputati del processo sono scesi a dieci dopo l’omicidio di Angelo Castronovo, uno dei principali imputati, ucciso a colpi di pistola e fucile lo scorso 31 ottobre

Pubblicato 1 anno fa

“Non ho ucciso io Salvatore Azzarello”. Roberto Onolfo, uno dei principali imputati del processo sulla faida di Palma di Montechiaro, si difende in aula. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonino Gaziano, ha risposto questa mattina alle domande delle parti nel procedimento in corso davanti ai giudici della Corte di Assise di Agrigento presieduta da Giuseppe Miceli. 

Onolfo, insieme a Ignazio Rallo, è accusato di essere uno dei membri del commando che sparò e uccise Salvatore Azzarello, 39enne bracciante agricolo freddato nell’agosto 2017 da un commando nelle campagne di contrada Burraiti mentre si trovava a bordo del suo trattore. 

L’imputato ha fornito la sua versione dei fatti di quanto avvenuto quel giorno: “Ero andato a casa di Ignazio Rallo per chiedergli un prestito, poi un conoscente mi ha informato sull’omicidio Azzarello.” Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha poi chiesto conto di alcune intercettazioni dove l’imputato era stato apostrofato dalla moglie come “assassino”: “Me lo ha detto perché stavamo litigando e la stavo colpendo con una sedia” ha dichiarato Onolfo.

Gli imputati del processo sono scesi a dieci dopo l’omicidio di Angelo Castronovo, uno dei principali imputati, ucciso a colpi di pistola e fucile lo scorso 31 ottobre. Si tratta di Ignazio Rallo, 40 anni; Roberto Onolfo, 29 anni; Pino Azzarello, 40 anni,  Carmelo Pace, 59 anni; Giuseppe Azzarello, 23 anni; Maria Concetta Noemi Oteri, 22 anni;Giuseppe Rallo, 32 anni; Giacomo Alotto, 63 anni; Gioacchino Gaetano Burgio, 51 anni; Giuseppe Giganti, 45 anni. Solo Ignazio Rallo e Roberto Onolfo rispondono dei reati più gravi.

Ci sono voluti quasi due anni di serrate indagini incrociate – condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, della compagnia di Licata e dei poliziotti della Squadra mobile di Agrigento – per fare luce sugli omicidi di Enrico Rallo, 38enne ucciso di fronte il bar Mazza a Palma di Montechiaro nel 2015, e quello di Salvatore Azzarello, 39enne bracciante agricolo freddato nell’agosto 2017 da un commando nelle campagne di contrada Burraiti mentre si trovava a bordo del suo trattore. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, dunque, l’origine della faida tra le famiglie è da ricondurre al furto di un mezzo agricolo nel 2013 commesso dai fratelli Ignazio ed Enrico Rallo nei confronti di Salvatore Azzarello. 

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