Giudiziaria

La faida Favara-Liegi, fissato il processo d’Appello per 6 imputati 

Fissato il processo di secondo grado dell'inchiesta Mosaico sulla faida Favara-Liegi

Pubblicato 1 anno fa

Comincerà il prossimo 23 gennaio, davanti i giudici della seconda sezione penale della Corte di Assise di Appello di Palermo, il processo di secondo grado a carico dei sei imputati coinvolti nella tristemente nota faida “Favara-Liegi”. Si tratta del procedimento scaturito dall’operazione “Mosaico”, eseguita dalla Squadra Mobile di Agrigento, che ha fatto luce su una lunga scia di sangue che dal 2016 al 2018 è stata caratterizzata da quattro omicidi e altrettanti agguati andati a vuoto. Rispetto al giudizio di primo grado il numero degli imputati scende a sei in seguito all’assoluzione, divenuta definitiva, di Calogero Gastoni. Quest’ultimo, per il quale era stato inizialmente l’ergastolo, era accusato di aver ucciso Emanuele Ferraro avvenuto nel marzo 2018. Un altro imputato, Carmelo Vardaro, ha scelto la via del rito ordinario ed è attualmente a processo davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento. L’uomo, difeso dall’avvocato Salvatore Virgone, è accusato di omicidio, tentato omicidio e di alcuni reati inerenti un traffico di droga a Favara. Nel collegio difensivo gli avvocati Michele Giovinco, Valerio Vianello Accorretti, Giuseppe Barba, Giovanni Rizzuti, Salvatore Cusumano, Samantha Borsellino e Angelo Farruggia.

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO

In primo grado il gup del tribunale di Palermo, Nicola Aiello, ha condannato all’ergastolo Antonio e Calogero Bellavia, 51 e 33 anni di Favara. I due cugini sono stati ritenuti responsabili dell’omicidio di Mario Jakelich e del tentato omicidio di Maurizio Di Stefano, avvenuti nel settembre 2016 a Liegi, ma sono stati assolti per l’omicidio dell’empedoclino Carmelo Ciffa, ucciso a Favara il 26 ottobre 2016. Quattordici anni di reclusione sono stati inflitti a Calogero Ferraro, ritenuto uno dei membri del clan Bellavia ed accusato del tentato omicidio di Carmelo Nicotra e Maurizio Distefano; 5 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Carmelo Nicotra, scampato miracolosamente ad un agguato nel maggio 2017 in via Torino a Favara, ma che non ha mai collaborato con la giustizia e ha sempre nascosto l’identità dei suoi attentatori (assolto dall’associazione per delinquere); 6 anni di reclusione a Gerlando Russotto (l’accusa ne chiedeva 16) e 40 mila euro di multa; 2 anni e 4 mesi, invece, sono stati inflitti all’imprenditore Salvatore Vitello, titolare di un camping e b&b a San Leone, accusato di ricettazione e incendio. Secondo gli inquirenti Vitello, proprietario di un noto camping a San Leone, avrebbe aiutato Carmelo Nicotra ad occultare e incendiare la Renault Modus utilizzata per accompagnare Carmelo Nicotra, vittima dell’agguato del maggio 2017, all’ospedale. 

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