Giudiziaria

La sparatoria con omicidio nella concessionaria a Villaggio Mosè, due condanne 

Riconosciuta la fattispecie di reato di “omicidio per errore”. Nella sparatoria, avvenuta lo scorso febbraio nella concessionaria di Villaggio Mosè, perse la vita il trentottenne di Palma di Montechiaro Roberto Di Falco

Pubblicato 5 giorni fa

Arrivano le prime due condanne nel processo per l’omicidio di Roberto Di Falco, il trentottenne di Palma di Montechiaro ucciso a margine di una sparatoria avvenuta nel febbraio dello scorso anno all’interno della concessionaria “AutoXPassione” nel quartiere di Villaggio Mosè. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha inflitto 14 anni e 4 mesi di reclusione a Calogero Zarbo, 41 anni, e 13 anni e 3 mesi di reclusione a Domenico Avanzato, 36 anni, entrambi di Palma di Montechiaro.

I due imputati – difesi dagli avvocati Giuseppe Barba, Antonio Ragusa e Antonio Impellizzeri – sono stati giudicati con il rito abbreviato e dunque hanno beneficiato dello sconto di un terzo della pena. Il giudice ha inflitto condanne superiori alle richieste avanzate dal pm Gaspare Bentivegna – che aveva proposto 12 anni e 8 mesi per Avanzato e 13 anni e 4 mesi per Zarbo – riconoscendo peraltro la fattispecie di reato contestata: l’omicidio per errore. Disposto anche un risarcimento nei confronti della parte civile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano. Ai due imputati vengono contestati i reati di omicidio per errore e tentato omicidio mentre al solo Zarbo, che nei mesi scorsi contribuì a far ritrovare l’arma del delitto, viene anche contestato la detenzione della pistola. Un terzo imputato, Angelo Di Falco, fratello della vittima, ha scelto la via del rito ordinario e il processo a suo carico è cominciato negli scorsi giorni davanti la Corte di assise di Agrigento.

Una vicenda complicata così come il suo iter giudiziario. Agli imputati – tre le altre cose – viene contestata una particolare fattispecie di reato: l’omicidio per errore. Il 23 febbraio dello scorso anno quattro palmesi compiono quella che gli inquirenti ritengono una spedizione punitiva nei confronti di Lillo Zambuto, titolare della concessionaria “AutoXPassione” al Villaggio Mosè. Alla base della “punizione” impartita al rivenditore di auto, aggredito nel piazzale della concessionaria, il pagamento di un’auto con un assegno risultato poi scoperto. Durante quei concitati momenti, ripresi in gran parte dalle telecamere, viene estratta una pistola da cui parte un colpo che ferisce mortalmente proprio Roberto Di Falco. Per la Procura di Agrigento a premere il grilletto è stata la stessa vittima dopo che Zambuto, come dichiarato dallo stesso, era riuscito con una mossa imparata durante il servizio militare a girare la canna dell’arma verso il suo aggressore. Intanto la pistola che sembrava svanita nel nulla, ritenuta l’arma del delitto, è stata ritrovata grazie alle parziali dichiarazioni agli inquirenti di uno degli imputati. Zarbo, infatti, ha indicato il luogo esatto in cui era stata occultata una semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa. 

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