“Morto a 54 anni in ospedale”, fratello si oppone all’archiviazione di 27 tra medici e infermieri
La vicenda ha già portato al rinvio a giudizio di cinque medici del Pronto soccorso, adesso si chiede di indagare su cardiologia e medicina Covid
No all’archiviazione di ventisette tra medici e infermieri dell’ospedale di Agrigento indagati per omicidio colposo in seguito alla morte di Pietro Bennica, 54enne deceduto al San Giovanni di Dio il 5 giugno 2020 per un “arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo a disfunzione multiorgano, sepsi e shock settico da endocardite mitralica e spondilodiscite”. L’avvocato Gianluca Sprio si oppone alla seconda richiesta di archiviazione avanzata dal pm Giulia Sbocchia chiedendo al gip Giuseppa Zampino di disporre nuovi accertamenti che facciano luce su eventuali responsabilità, in particolare, di medici e sanitari dei reparti di cardiologia e medicina interna.
Il passaggio in aula era previsto per questa mattina ma un difetto di notifica ha fatto slittare il procedimento al prossimo 28 gennaio. La vicenda scaturisce dalla denuncia del congiunto che aveva chiesto di indagare sulla morte del fratello, convinto di alcune anomalie relative ai ricoveri di quest’ultimo. Per gli stessi fatti sono stati già rinviati a giudizio cinque medici del Pronto soccorso.
La procura di Agrigento, sulla base di una consulenza dei periti nominati, ha chiesto per ben due volte (ottobre 2022 e maggio 2024) l’archiviazione non ravvisando condotte penalmente rilevanti. La persona offesa si è nuovamente opposta all’archiviazione chiedendo di fare luce sulle responsabilità dei sanitari addetti alla gestione di Bennica nel periodo tra il 13 ed il 18 maggio 2020. Secondo l’avvocato Sprio, dunque, “la responsabilità dei sanitari della Medicina Covid risiede nel fatto che non hanno materialmente fatto nulla per addivenire ad una diagnosi della patologia che affliggeva il Bennica [..] e si sono persi ben 5 giorni che potevano cambiare il destino del paziente”. Discorso analogo viene fatto per i sanitari del reparto di cardiologia che, secondo la persona offesa, sarebbero responsabili di una “inadeguata condotta” che avrebbero comportato una “tardiva diagnosi”.
Per queste ragioni è stato chiesto al gip di non disporre l’archiviazione ma di sentire nuovamente l’ex Direttore dell’Ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, l’ex Direttore Sanitario dell’Asp e acquisire i turni dei reparti per individuare i sanitari che si occuparono del paziente. Il giudice si pronuncerà il prossimo 28 gennaio. Il collegio difensivo dei ventisette indagati è composto dagli avvocati Giuseppe Barba, Salvatore Virgone, Leonardo Marino, Salvatore Manganello, Giuseppe Scozzari, Andrea Carnabuci, Angelo Farruggia, Giusy Amato, Pietro Di Piazza, Raffaele Barra, Amedeo Cumella, Angelo Nicotra, Floriana Salamone, Filippo Barba.