Giudiziaria

Palagonia, uccise lo zio ma non per legittima difesa: nipote finisce in carcere

Aggravamento della misura cautelare per Vincenzo Buscemi, il palagonese di 24 anni indagato per il delitto

Pubblicato 1 anno fa



Si aggrava la posizione di Vincenzo Buscemi, il bracciante agricolo che la sera del 20 ottobre scorso assassino’ in contrada Vanghella lo zio Giuseppe dopo una lite avuta in casa sua. Il gip del tribunale di Caltagirone ha disposto nuovamente il carcere: l’indagato era stato scarcerato e assegnato ai domiciliari.

Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato aveva sostenuto la tesi della legittima difesa, affermando di essersi avventato contro lo zio nel tentativo di disarmarlo e che, durante tale fase di concitazione, erano partiti i colpi dall’arma: il GIP aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Dall’immediata e successiva attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma con il coordinamento di questa Procura, sarebbe invece emersa la piena disponibilità dell’arma, peraltro oggetto di furto, in capo all’indagato e la premeditazione nel delitto, disvelando, così, in una fase del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato su questi nuovi punti, una dinamica dei fatti differente da quella sostenuta. 

Il nuovo e grave quadro indiziario ha quindi fornito il compendio fattuale alla base della richiesta di aggravamento accolta dall’Autorità Giudiziaria

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